Con l’arrivo di Marc Newson, Apple si porta a Cupertino un nuovo “pezzo da 90”. È questa l’opinione comune che corre in queste ore sulla scorta della popolarità che il designer australiano ha guadagnato nel mondo. Ma chi è, per chi non ha grande famigliarità con il mondo dello stile e degli oggetti d’arredamento, Marc Newson?
Classe 1963, Newson è nato a Sydney, dove si è laureato nel 1984 al Sydney College of the Arts, ha poi guadagnato subito nel 1986 una borsa di studio dall’Australian Crafts Council; spese i soldi del premio per allestire la prima mostra che presentava alcuni dei suoi primi pezzi, come la Lockheed Lounge, una sdraio dalle forme liquide, in resina, polimeri e alluminio. Quest’oggetto d’arredo è ancora oggi uno dei lavori più noti di Newson, che ha stabilito nel corso degli anni diversi record di vendita presso le aste pubbliche, fra cui un esemplare battuto a 1.1 milioni di sterline nel 2009.
Newson ha poi ampliato la sua carriera viaggiando e accumulando esperienze in diverse realtà industriali, da Tokyo a Parigi, passando per Londra, dove ha preso ufficialmente residenza e dove nel 2012 è stato nominato Commander of the Order of the British Empire per il suo contributo in termini di design. È comunemente riconosciuto come uno dei designer più influenti della sua generazione ed è stato nominato nel 2005 dal Time come una delle personalità più influenti.
Marc Newson e Jonathan Ive si sono conosciuti in Giappone nel 1997, anno in cui Apple avrebbe visto il ritorno di Steve Jobs al comando, e fra i due crebbe progressivamente una forte amicizia che ancora oggi li lega. Così Ive si era espresso sull’amico qualche anno fa: “Credo che Marc non abbia pari al momento. Le sue forme sono spesso imitate, ma quello che altri progettisti raramente riescono a imitare è la sua cura riguardo materiali e processi. Devi iniziare con la comprensione del materiale. Spesso l’innovazione arriva semplicemente sfruttando un nuovo modo di utilizzare il materiale”.
Lo stile di Marc Newson è riconoscibile ma anche inafferrabile per la sua mutevolezza. Segue una filosofia espressiva che potrebbe sembrare abbastanza lontana da quella dell’amico Jonathan Ive; se da una parte i due designer sono accomunati dalle linee arrotondate, la mancanza di spigoli e di asprezza, il linguaggio di Newson appare quantomeno eclettico rispetto a Ive, con un maggior utilizzo dei colori, di contrasti cromatici, seppur non particolarmente accesi ma con una prevalenza del pastello e delle transizioni graduali.
A queste caratteristiche si aggiunge una naturale ispirazione a elementi biologici naturali, evidenti in alcune sue opere come la sedia Embryo: dal nome e dalla forma si evince l’ispirazione a un embrione in fase di crescita.
La collaborazione dei due è stata suggellata dall’ultima iniziativa dell’organizzazione Product (RED), un’asta benefica dove sono stati venduti diversi prodotti realizzati in un unico pezzo e il cui design è nato proprio dal lavoro congiunto dei due artisti. Una squadra che parte dunque già affiatata e vincente.
Qui di seguito vi proponiamo una galleria di alcune delle più interessanti realizzazioni di Newson.
Newson inoltre può essere considerato un artista decisamente poliedrico: il suo contributo affronta non solo il design di prodotto, ma si differenzia anche nella progettazione degli interni, elementi di arredo, forniture e utensili, senza dimenticare orologi e prodotti di lusso, fra cui possiamo citare anche Ikepod, azienda co-fondata dallo stesso Newson e impegnata nella realizzazione di orologi di lusso diverso genere, fra cui alcune originali clessidre.
A parte alcuni esperimenti (come la mirroless K-01 di Pentax), la sua esperienza per quanto riguarda i dispositivi tecnologici di largo consumo è sicuramente più limitata rispetto a quella di Jonathan Ive, ma il contributo di Newson potrebbe estendersi verso un’espansione di Apple nei confronti di mercati più personali e intimi, come gli indossabili e la connettività in casa, con nuovi elementi in grado di portare il linguaggio estetico di Apple verso forme di espressione innovative mai tentate.
Ciò non significa che Newson non abbia una sua visione per quanto riguarda la tecnologia e il linguaggio da applicare ai dispositivi tecnologici: basti citare il suo giudizio sui Google Glass, che non particolarmente apprezzati dal designer («quando te li metti, sembri un pirla»).
Il suo eclettismo l’ha portato a disegnare oggetti comuni, che molti di noi magari hanno avuto la possibilità di vedere e apprezzare senza sapere che dietro a quelle forme c’era proprio il suo stile.