Dopo l’epoca d’oro di Sparrow, il client di posta elettronica per OS X acquisito da Google quasi un anno fa, ecco che si preannuncia all’orizzonte un degno sostituto, in grado di attirare l’attenzione della stampa specializzata. Si tratta di Mailbird, strumento per la gestione della post nato in ambiente Windows che sta per essere “portato” anche su Mac.
È un client di posta elettronica molto essenziale, privo di fronzoli inutili, che però ha a disposizione una potenza d’uso paragonabile a Thunderbird e Outlook, sostengono gli sviluppatori. La versione attualmente disponibile per Windows è piuttosto basica: per adesso si possono utilizzare solo gli account di Google (siano essi Gmail o Google Apps) e per di più uno solo per volta. Ma in futuro è prevista l’espansione del servizio di posta a più account contemporaneamente e ad altri tipi di servizio.
Mailbird, che nella versione beta per PC è attualmente gratuito ma con pubblicità e che più avanti costerà tra i 9 e i 12 dollari, è un software piuttosto interessante perché ha come obiettivo quello di semplificare fortemente la gestione della posta elettronica. L’interfaccia è basica, sembra “rubata” all’ambiente OS X o, meglio ancora, alle migliori tra le applicazioni iOS. Bottone per comporre nuovi messaggi, pannello di ricerca, navigazione, sequenza di messaggi e testo degli stessi, organizzati in maniera orizzontale. Il menu per le azioni (dall’archiviazione sino alle stelle, cancellazione dei messaggi e fotografia tratta da Facebook del contatto) appare muovendosi con il mouse sopra un contatto.
Mailbird utilizza la stessa sequenza di scorciatoie da tastiera di Gmail, in un evidente tentativo di inserirsi nel solco di una tradizione d’uso consolidata. In più Mailbird ha una nuova funzionalità che consente di legare delle “app”, cioè una sorta di plugin, che permettono di aggiungere funzionalità al software. Si può realizzare qualsiasi cosa, e le API sono aperte agli sviluppatori terze parti. In particolare sono state realizzate funzioni per la gestione di calendari, sincronizzazione con social network (Facebook soprattutto) ed altre applicazioni per adesso sperimentali.