L’evento mediatico più atteso degli ultimi mesi è stato un flop: Mark Zuckerberg al Parlamento Europeo ha offerto una presentazione brillante, evitando accuratamente di rispondere a tutte le domande più importanti e spinose che gli sono state rivolte dai parlamentari dei principali stati membri dell’Unione, anche dall’italiana Cristiana Muscardini.
Il giovane miliardario alla gogna era l’evento mediatico atteso in tutto il mondo, persino negli USA, dove le multinazionali a Stelle e Strisce non si possono toccare perché, dopo due interrogatori davanti al Congresso ancora sono attese le risposte di Zuckerberg in merito ai temi più caldi e preoccupanti.
Come per esempio Facebook si muoverà per tutelare la privacy e i dati degli utenti, anche dopo che questi hanno abbandonato il social; come si muoverà Facebook per impedire che si ripeti un altro scandalo Cambridge Analytica; come Facebook esporrà o proteggerà gli utenti dalle fake news, dagli account fasulli, dalla pubblicità invasiva; come eviterà che società terze possano influenzare opinione pubblica, generare interferenze nella politica e nelle votazioni, ma l’elenco è ancora decisamente lungo, anche per chi non utilizza il social blu.
Ma mentre in USA l’assenza di risposte è stata attribuita alla scarsissima competenza in materia dei membri del Congresso, pienamente emersa dal tono e dai contenuti delle domande, il caso di Mark Zuckerberg al Parlamento Europeo è completamente diverso.
Come si aspettavano infatti in USA i parlamentari Eu sono in media molto più preparati sull’argomento, se non altro per l’esteso dibattito che porterà all’approvazione delle nuove regole GDPR su privacy e dati che entra in vigore proprio questa settimana. E come previsto le domande e gli argomenti spinosi sono venuti a galla, purtroppo però il format dell’audizione scelto da Zuckerberg ha permesso il ripetersi della magia. Magia per Facebook, si intende.
Alle 18,20 è iniziata l’audizione di Zuckerberg al Parlamento Europeo: tutti i parlamentari hanno esposto a turno le proprie domande, molte delle quali pertinenti, richiedendo risposte specifiche e mirate. Il giovane Ceo ha annotato domande e argomenti e, solo dopo l’intervento di tutti i parlamentari, ha iniziato il suo discorso. Peccato però che Zuckerberg abbia evitato accuratamente di offrire risposte specifiche, limitandosi a bei discorsi di massima e sul grande potenziale di miglioramento di Facebook, promettendo come già fatto al Congresso, nuove regole e nuove policy per un futuro social più attento alla privacy e meno incline alla raccolta smodata di dati.
I dubbi sul format dell’audizione di Zuckerberg al Parlamento Europeo sono rimasti in essere e sono accresciuti fino alla fine del suo intervento, quando il nervosismo di gran parte dei parlamentari è risultato concreto e visibile. Grazie alla dichiarazione di Philippe Lampberts, parlamentare Eu belga ora sappiamo con certezza che il format è stato scelto proprio da Zuckerberg e dai legali di Facebook.
Prima Lambert ha dichiarato che tutte e sei le sue domande richiedevano come risposta si oppure no, ma che Zuckerberg non ha fornito alcuna risposta concludendo «Ovviamente, avete richiesto questo formato per un motivo» rivelando finalmente l’arcano mistero, in verità del tutto prevedibile.
L’ottimismo in eurozona è raro, soprattutto in Italia, ma in USA ci sperano ancora: le reazioni dei parlamentari sono chiare e l’intervento di Zuckerberg non ha placato domande e dubbi. Zuckerberg e legali promettono che tutte le domande che non sono state trattate nell’audizione riceveranno una risposta scritta. Si prevedono straordinari per interi team legali e di avvocati di Facebook, ma con ogni probabilità anche una seconda puntata del caso Facebook al Parlamento europeo.