Apple mette a disposizione a 72.000 Lire la versione beta del suo nuovo sistema operativo. Ma perché farlo a pagamento? Quali vantaggi ha l’utente nel comprare un prodotto non definitivo che ha solo una parte delle potenzialità e della velocità della release finale?
Innanzitutto il prezzo di acquisto dovrebbe sconsigliare l’uso a chi pensa che installare un nuovo sistema possa essere non altro che un gioco carino o un divertente passatempo: installare MacOS X in una nuova partizione, lanciare il classic, usare i suoi servizi per internet, non e’ allo stato attuale una cosa alla portata di tutti è assolutamente sconsigliabile farlo in presenza di dati importanti non duplicati sul proprio hard disk.
Dopo oltre un’ora di fila la beta di MacOS X: eccola pronta per l’installazione.
Vi mostriamo subito le foto…
Sappiamo benissimo che la curiosità degli utenti ed un senso di fastidio per tutto ciò che si paga (chiamato anche pirateria del software) indurrà qualcuno a voler utilizzare una copia fatta dall’amico o reperita attraverso internet ma non si speri in questo modo di poter usufruire del supporto telefonico di Apple (che terminerà il primo giorno della release definitiva – telefonata al numero 199 120 810, al costo di 200 Lire + iva al minuto solo per chi ha un contratto Apple Care o a pagamento) né di trovare la compassione di chi la macchina ve l’ha venduta o vi assiste.In ogni caso nelle istruzioni che accompagnano la beta é scritto chiaramente che questa viene utilizzata a proprio rischio e pericolo.
Noi abbiamo cominciato a provare il software il giorno stesso della sua uscita a Parigi e lo abbiamo trovato relativamente molto stabile e soprattutto abbiamo apprezzato la sua capacità di “killare” una applicazione senza che le altre ne risentano: un evento del genere è molto più probabile in questa fase quando si mischiano vecchie applicazioni per Classic (l’emulazione di MacOS 9) e per Carbon con quelle Cocoa. Da prove effettuate con filmati Quicktime (ce sono di bellissimi installati dalla beta stessa) il sistema risponde più lentamente con MacOS 9: in questo caso possiamo dire che non vi troverete ad un sistema più veloce di quello che state usando e non potrete approfittarne dal punto di vista produttivo.
In realtà pensiamo che la beta serva soprattutto agli sviluppatori, a coloro che intendono creare applicativi conformi agli standard Apple e testarli in un ambiente pressoché definitivo. Potrà essere utile a chi fa training informatico, a chi desidera domani (diciamo nella primavera del 2001) cominciare a lavorare subito con una nuova interfaccia di cui conosce perfettamente i segreti.
La sconsigliamo all’utente alle prime armi o allo smanettone inconsapevole: i danni potrebbero essere notevoli e comunque non andare al di là della riformattazione totale del proprio hard disk (molti utenti Wintel lo fanno continuamente…)
Sarebbe stato bello che Apple avesse in qualche modo fornito informazioni se e quando i soldi per la beta potrebbero essere recuperati: magari con uno sconto di pari importo sull’acquisto della versione definitiva.
Se non altro possiamo riconoscere ai produttori di computer con la mela di non avere messo in vendita una versione non definitiva a prezzo pieno come accade con altri sistemi operativi di nostra conoscenza.
Aggiornamento: a 10 anni di distanza da questo articolo abbiamo intervistato Il protagonista della prima foto con la beta di MacOS X, Alessandro Pisani.