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macOS Sequoia, il trucco per avere l’iPhone mirroring in Italia

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La beta 2 di macOS 15 Sequoia offre l’iPhone Mirroring (in italiano “Duplica iPhone”), una delle novità più interessanti del futuro sistema operativo per macOS, utile per controllare in modo completo il proprio iPhone (con iOS 18) da Mac.

A causa di diatribe con la Commissione europea legate al  Digital Markets Act (DMA), Apple non consente (almeno per ora) agli utenti che risiedono nell’UE di sfruttare l’iPhone mirroring. Lanciando l’applicazione dopo qualche secondo appare un avviso: “Connessione ad iPhone non riuscita. Duplica iPhone non è disponibile nel paese o nella zona in cui ti trovi”.

A nulla serve modificare dalle Impostazioni di Sistema lingua e Zona per i servizi internet ma a quanto pare è possibile sfruttare l’iPhone mirroring creando un account Apple all’infuori dell’UE.

Lo riferisce un redattore del sito francese Macg, spiegando che creando un account americano e impostandolo nel Mac App Store, l’iPhone mirroring diventa accessibile da Mac.

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Facciamo fatica a comprendere perché Apple non consenta di usare l’iPhone mirroring nell’UE e quali possano essere le incertezze normative individuate dai legali della Mela nella normativa sui mercati digitali previste dalla Commissione europea.

In attesa di risposte da parte di Apple, chi volesse sperimentare l’iPhone mirroring sa ora come farlo… a patto che questo trucco non venga bloccato da Apple con futuri aggiornamenti di macOS Sequoia.

Tra Apple e l’UE non è un buon periodo: è di ieri la notizia ufficiale che la Commissione europea ha informato la Casa di Cupertino di un suo parere preliminare secondo cui le norme dell’App Store violano il regolamento sui mercati digitali, in quanto “impediscono agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente i consumatori verso canali alternativi per offerte e contenuti”.

La Commissione ha inoltre avviato una nuova procedura di non conformità nei confronti di Apple per il timore che i nuovi obblighi contrattuali per gli sviluppatori terzi di app e gli app store di terze parti, tra cui la nuova “Core Technology Fee” di Apple (commissione di 0,50 € che gli sviluppatori terzi di app e di app store devono pagare per ogni app installata) «non garantiscano l’effettiva osservanza degli obblighi sanciti dal regolamento sui mercati digitali».

Secondo la Commissione, nessuna delle condizioni commerciali previste da Apple consente agli sviluppatori di indirizzare liberamente i propri clienti. Ad esempio, gli sviluppatori non possono fornire informazioni sui prezzi all’interno dell’app o comunicare in altro modo con i propri clienti per promuovere offerte disponibili su canali di distribuzione alternativi.

In base alla maggior parte delle condizioni commerciali cui sottostanno gli sviluppatori di app, Apple consente di indirizzare i clienti solo attraverso i “link-out”, ossia gli sviluppatori di app possono includere nella loro app un link che reindirizza i clienti verso una pagina web in cui possono stipulare un contratto. Il processo di link-out – a detta della Commissione – è soggetto a diverse restrizioni che “impediscono agli sviluppatori di app di comunicare, promuovere offerte e stipulare contratti attraverso il canale di distribuzione di loro scelta”.

Le versioni preliminari (beta) di iOS 18, iPadOS 18, macOS 15 Sequoia e anche watchOS 11 sono al momento disponibili per i soli sviluppatori. A luglio arriveranno le versioni per beta tester. Le versioni definitive dei vari sistemi arriveranno in autunno (probabilmente a fine settembre o inizio ottobre).

Per tutte le notizie che ruotano attorno a iOS 18 il link da seguire è direttamente questo.

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