Poche settimane prima dell’arrivo della versione finale di macOS Catalina, Apple ha allentato la presa concedendo un po’ di margine di manovra agli sviluppatori, in particolare quelli che distribuiscono applicazioni all’infuori del Mac App Store.
Per funzionare su macOS 10.15 Catalina, queste applicazioni devono essere “autenticate” (ne abbiamo parlato in dettaglio qui), un meccanismo che, ad esempio, impedise ad un software di trasformarsi in malware (in caso di problemi Apple può revocare in qualsiasi momento il certificato e impedire l’avvio senza la comparsa di messaggi di avvertimento).
Per i nuovi sviluppatori, la procedura di autenticazione non è una novità ed è attiva da macOS 10.14.5. Con macOS 10.15 Catalina, tutti devono attenersi alla “notarizzazione”, il timbro digitale univoco che impedisce la manipolazione delle app e che certifica il rapporto tra Apple e lo sviluppatore.
In una nota per gli sviluppatori, Apple fa sapere di avere momentaneamente allentato alcune delle regole e che alcuni prerequisiti sono stati rettificati fino a gennaio 2020, dando più tempo agli sviluppatori che hanno difficoltà in questa fase di transizione. Gli sviluppatori possono al momento ottenere app “notarizzate” anche quando queste non soddisfano criteri quali: l’attivazione della funzionalità Hardened Runtime, sfruttano componenti non firmati con un Developer ID, sono create con SDK di vecchia generazione e altro ancora.
Le linee-guida provvisorie sulla notarizzazone rimarranno in vigore fino a gennaio 2020. macOS 10.15 Catalina è stato presentato in anteprima in occasione dell’ultima conferenza per sviluppatori e una versione preliminare è da tempo disponibile per questi ultimi e per i beta tester. Sarà disponibile come aggiornamento software gratuito in autunno per i Mac introdotti a partire da metà 2012.