MacBook Air sì, nuovi MacBook Pro no. I siti dediti alle indiscrezioni, che credevano sia nel lancio del nuovo mini portatile ma anche in un rinnovo della gamma dei portatili professionali, hanno fatto 1-1, azzeccando una previsione e sbagliando l’altra. In realtà la possibilità che i portatili ‘pro’ non fossero tra i prodotti illustrati da Jobs era stata messa in conto; diversi siti, tra cui il nostro, avevano avanzato l’ipotesi che Apple non fosse nelle condizioni di annunciare nulla di nuovo in questo campo, ciò nonostante il lancio di nuovi processori Penryn.
La ragione per cui, almeno il nostro sito, riteneva poco probabile il lancio di una versione dei portatili con nuovo processore, oltre i pochi mesi ancora trascorsi dal lancio degli attuali MacBook Santa Rosa (inizio giugno) è che la velocità attuale dei Penryn non è sufficiente a giustificare un upgrading. Se infatti è vero che i nuovi chip hanno variazioni nelle tecnologie che li portano ad essere più veloci (almeno con alcune particolari applicazioni) e meno assetati di corrente elettrica, Apple ci ha abituato a puntare anche su un salto in fato di velocità di clock, cosa oggi impossibile visto che il più veloce dei Penryn ‘normali’ gira a 2,6 GHz, la stessa del top di gamma (anche se in opzione) dei MacBook Pro. Puntare tutto sul processore, quindi, sarebbe stato non molto sensato; Apple avrebbe dovuto avere altro, oltre al processore, da presentare per presentare un upgrade convincente.
Ora che il Macworld è passato, però, il tema dell’updgrade torna d’attualità anche perché modelli attuali sono di fatto in commercio dalla scorsa tarda primavera e un refresh comincia a diventare impellente. La prospettive che Apple ha di fronte sono sostanzialmente tre.
La prima è una assolutamente minimale, una soluzione tampone, che passa per la cancellazione del modello da 2,2 GHz e l’aumento della velocità standard ‘top’ usando un processore da 2,6 GHz (Penryn). Questa opzione appare però un po’ troppo debole e poco accattivante per rinvigorire una delle principali linee di prodotto di Apple.
La seconda è intermedia passa per l’uso di un processore ‘top’ da 2,6 GHz (se non uno da 2,8 GHz, creato apposta per Apple una soluzione usata per il MacBook Air o anche per la precedente generazione di Mac Pro). Apple potrebbe presentare i MacPro come i ‘più veloci portatili di tutti i tempi’, magari aggiungendo qualche novità in fatto di schede e di dischi fissi (SDD in opzione?).
La terza possibilità è più la affascinante: il lancio di una nuova generazione di MacBook Pro ‘airizzati’, ispirati cioè dal punto di vista dello stile e della filosofia costruttiva, al MacBook Air. Con questo intendiamo chassis e case di nuova concezione, spessore e peso ridotto, scheda madre ridisegnata e trackpad multi touch. Questi portatili potrebbero avere un disco fisso tradizionale e, in opzione, un SDD. Teoricamente Apple potrebbe fare la scelta di accostare il disco (da 32 GB) ad uno tradizionale, introducendo una tecnologia simile a quella in uso in Windows per sfruttare il disco allo stato solido per i file più usati e per il sistema operativo così accelerare la velocità di esecuzione di alcuni task. I MacBook pro di questa (ipotetica) generazione, al contrario del MacBook Air, dovrebbero avere tutte le porte di quelli attuali (due Usb, Firewire, Ethernet) e il drive ottico. Naturalmente questi nuovi MacBook sarebbero anche molto “verdi”, al pari dei MacBook Air
Detto delle possibilità di aggiornamento resta da capire quali saranno in tempi per l’upgrading. Questa è probabilmente la risposta più difficile da dare perché dipende strettamente dalla scelta compiuta sul tipo di aggiornamento che Apple farà , sul lavoro compiuto (in segreto) fino ad oggi e dalle opportunità che vengono offerte ad Apple dal mercato. Seguendo il trend normale degli scorsi anni e considerando che il Macworld è appena terminato, la finestra più opportuna corre da metà febbraio ad inizio marzo, otto/nove mesi di distanza dal lancio degli attuali MacBook Pro ‘Santa Rosa’.