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MacBook Pro 16″ smontato: design tutto nuovo, superbatteria ma la riparabilità…

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Una macchina interamente nuova internamente, con una superbatteria ma che non è per nulla riparabile. Queste le conclusioni cui giunge iFixit al termine del processo di smontaggio del MacBook Pro da 16″ 2019. Il teardown, iniziato già sabato, come sempre, mira a capire i segreti dell’ingegneria di Apple, le soluzioni adottate e alcuni dettagli delle componenti.

La macchina oggetto del teardown è la variante da 2.6 GHz 6‑core Intel Core i7 (velocità con Turbo Boost fino a 4.5 GHz), GPU AMD Radeon Pro 5300M, 16 GB of 2666 MHz DDR4 SDRAM, unità SSD 512, batteria 100 Wh. Il primo elemento su cui si focalizza iFixIt è la tastiera (ne abbiamo parlato in dettaglio qui). Apple parla di meccanismo a forbice riprogettato ma è in pratica il tradizionale meccanismo usato nella Magic Keyboard, con meccanismi che sembrano in tutto e per tutti uguali. La tastiera del MacBook Pro 16″ 2019 è identica alla tradizionale Magic Keyboard, al punto che è possibile prelevare alcuni copritasti di quest’ultima e scambiarli con quelli del portatile.

iFixit ha smontato il MacBook Pro da 16″ e conferma le migliorie alla tastiera
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Si passa poi all’interno, evidenziando il migliore design con gestione termica ma anche nuovi chip GDDR6 (per la VRAM), una lamina in rame e un paio di pad termici. Sulla scheda logica (a forma di baffi) si evidenziano: il processore i 9a generazione Intel Core i7-9750H a 6-core, 16x Micron MT40A1G8SA-075 8 Gb DDR4 SDRAM (16 GB totali), la GPU mobile AMD Radeon Pro 5300M, 4x Samsung K4Z80325BC-HC14 8 Gb GDDR6 RAM (4 GB totali), le memorie per il flash storage Toshiba TSB4227VE8434CHNA11926 e TSB4227VE8437CHNA11926 (512 GB totale), il coprocessore Apple T2 APL1027 339S00536 e l’Intel JHL7540 (controller Thunderbolt 3).

MacBook Pro 16″ smontato: potenziale riparabilità praticamente nulla

Altri chip sulla scheda logica, sono: Intel SR40F (platform controller hub), Texas Instruments CD3217B12 (probabilmente controller alimentazione), 338S00267-A0 (probabilmente circuito integrato dio power management di Apple), Texas Instruments TPS51980B, 339S00610 (probabile modulo Apple Wi-Fi/Bluetooth), Intersil 6277 (modulatore PWM) e Renesas 225101C.

Dallo smontaggio si evidenziano la dimensione maggiore delle ventole interne (altro elemento che migliora la gestione termica). Il design delle ventole integra una elemento rotante di dimensioni superiori con pale e prese d’aria più grandi rispetto al passato, per un flusso d’aria incrementato secondo Apple del 28%. Anche il dissipatore è più grande del 35%, elemento che dovrebbe garantire per una dispersione termica superiore. Questi elementi migliorano la capacità di raffreddamento e permettono al MacBook Pro 16″ di sopportare fino a 12 Watt in più durante i carichi di lavoro più intensi rispetto al design precedente.

Originale e del tutto innovativo il sistema di retroilluminazione della tastiera, ottenuto con un diffusore di luce flessibile che sfrutta LED intorno ai lati. Il sistema è rivettato e impedisce l’eventuale riparazione, ma la cosa più interessante è il “tatuaggio” degli elementi trasparenti dietro ai tasti. Un particolare disegno migliora infatti la omogeneità dell’irraggiamento.

Si passa poi agli speaker che hanno una nuova forma che consente di migliorare la qualità audio in generale. È presenta anche un array-microfonico simile a quello visto sul MacBook Air 2018 ma è un po’ più grande e dovrebbe garantire una qualità superiore.

MacBook Pro 16″ smontato: potenziale riparabilità praticamente nulla

La batteria è da 99.8 Wh  (11.36 V, 8790 mAh) ed è la più grande vista finora su un MacBook, un incremento di 4.8W rispetto a quella del MacBook Pro da 17″ e di 16.2Wh rispetto all’ultimo MacBook Pro da 15″.

L’unico elemento sul quale può intervenire un riparatore è in pratica il trackpad. Componenti come RAM e memoria flash sono saldati; altri elementi (batteria, speaker e Touch Basr) sono incollati e la modalità di integrazione del TOuch ID complica le riparazioni.

Il verdetto di iFixit è un triste 1 su 10: un prodotto sul quale il riparatore non può praticamente mettere le mani.

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