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MacBook Pro 15″ 2018 Core i9, test confermano: processore castrato dal raffreddamento

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Ha fatto molto discutere ieri il filmato di Dave Lee, uno youtuber che ha mostrato le difficoltà di un nuovo MacBook Pro da 15″ nella variante top di gamma, con processore Intel Core i9 a 2,9Ghz di ottava generazione.

La macchina, o almeno quella in possesso dallo youtuber, dopo pochi minuti a pieno carico, non è in grado di mantenere la massima velocità. La tecnologia Thermal Velocity Boost di Intel dovrebbe permettere alla CPU di aumentare la frequenza di clock fino a 4,8GHz quando il carico e la temperatura del sistema lo consentono ma secondo Lee un problema di fondo per com’è progettato lo chassis del nuovo MacBook Pro impedisce la corretta dissipazione del calore nella macchina con processore Intel Core i9.

Dave Lee aveva eseguito i test con Adobe Premiere, applicazione notoriamente non ottimizzata per Mac. Il sito 9to5Mac ha eseguito dei test sfruttando Final Cut Pro X effettuando la conversione di un filmato 4K da 4 minuti girato a 60 fps con una Panasonic GH5, esportato con i preset di Final Cut Pro: Web Hosting – H.264 Faster Encode – 3840 x 2160.

Esportazione con 6-core

L’esportazione del filmato nella macchina con Core-i9 ha richiesto 5 minuti e 30 secondi. Il “throttling” (il meccanismo integrato che consente di ridurre progressivamente la frequenza di lavoro della CPU in caso di surriscaldamento onde evitarne la rottura) è misurabile dai grafici che riportiamo su questa pagina.

Sfruttando Xcode, il redattore di 9to5Mac ha provato allora a disabilitare due core del processore, attivandone 4 in totale e, sorprendentemente, la macchina ha impiegato per esportare lo stesso filmato 5 minuti e 12 secondi, 18 secondi in meno rispetto alla configurazione con tutti i 6 core attivi.

Esportazione con 4-core

Per in successivo test il MacBook Pro 15″ con Core i9 è stato messo in un frigorifero. Il filmato è stato esportato in 4 minuti e 51 secondi, 21 secondi in meno rispetto alla configurazione con 4 core attivi e 39 secondi in meno rispetto alla configurazione hexa-core senza raffreddamento forzato.

Test nel frigorifero

Interessante l’esecuzione dello stesso test anche su un iMac Pro, desktop nella versione base con CPU Xeon 8-core. La CPU dell’iMac Pro rimane sui 4.0GHz e oltre e la temperatura interna resta relativamente bassa. L’iMac Pro è ad ogni modo più lento nell’esportare il filmato: lo fa in circa 6 minuti, 30 secondi in più rispetto al MacBook Pro. Il motivo è semplice: il portatile integra una tecnologia hardware per l’encoding video denominata da Intel “Quick Sync Video” che nella conversione in questione aiuta il portatile a superare il più potente desktop.

Dalle analisi di 9to5Mac appare evidente che il MacBook Pro da 15″ con CPU Core i9 soffre di qualche problema con il TDP (Thermal Design Power), la sigla che indica la potenza media, in watt, dissipata dal processore durante il funzionamento a frequenza base con tutti i core attivi in un carico di lavoro di alta complessità.

Forse la soluzione dei problemi causati dal surriscaldamento poteva essere individuata modificando lo chassis: un telaio più spesso avrebbe permesso di integrare una diversa soluzione di raffreddamento e consentire al processore operare correttamente in base al valore del Thermal Design Power. Non è detto che nei prossimi mesi venga studiata una soluzione hardware di terze parti per risolvere il problema o, come fanno i gamers più voraci di risorse con i loro portatili top ci si industri a trovare un sistema di raffreddamento esterno per migliorare le prestazione del portatile senza metterlo in frigorifero.

Trovate tutte le notizie aggiornate sui MacBook Pro 2018 e modelli precedenti nella nostra sezione dedicata.

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