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MacBook Pro 13 M1, diario di viaggio del Mac e del suo straordinario processore

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Inizia il viaggio. Il veicolo a nostra disposizione è un computer di straordinaria potenza e bellezza: piccolo e compatto, è composto da un pezzo portante in plastica con uno schermo rettangolare, una tastiera collegata con un cavo da una parte e un “mouse” collegato con un altro cavo. Imparare a destreggiarsi in tutto questo insieme di fantascientifiche novità è un’impresa alla quale ci hanno formato anni e anni di Accademia Spaziale. Il moderno computer Macintosh è una vera astronave e come tale capace di giungere là dove nessun altro home computer è mai giunto prima. Neanche il P.C. o la sorella maggiore Lisa. Neanche il Commodore 64 o l’Amiga. Non ci sarà mai un computer migliore di questo.

Diario del capitano, supplemento

La bellezza di questo nuovo prodigioso computer ci ha permesso di spingerci ben oltre i confini del sistema solare tradizionale. Abbiamo installato software, gestito file, addirittura creato immagini e documenti con grafica che abbiamo potuto stampare rapidamente su un nuovo accessorio, la stampante laser. Utilizzare questo Macintosh fa chiaramente capire che il futuro è arrivato e che non ci sarà mai un computer migliore di questo.Macintosh compie 35 anni oggi

Diario del capitano, data astrale 22198910.28

Ecco un nuovo prodigio che viene dal futuro. Sono passati pochi anni da quando ci siamo imbarcati in questa missione fantascientifica attraverso sistemi digitali e nubi di bit, ma già i progressi sono enormi. Stiamo attraversando aree pericolose, l’evoluzione del sistema software è complessa, le sorprese sono state tante ma anche tanti i problemi (e la famigerata “bomba”! Ci ha colpito a tradimento più volte con vari danni su tutti i ponti: purtroppo abbiamo perso alcuni documenti preziosi che non torneranno mai più. Se solo i documenti avessero imparato a salvarsi da soli!).

La cosa che ci ha sconvolto però è stato scoprire la nuova versione SE/30 del Macintosh. Identica all’apparenza ma con una potenza inimmaginabile solo sette anni dopo. Forse il computer più potente della storia, accelera a velocità inimmaginabili e non credo che potrà mai essere prodotto un computer più potente. Mi rilasso sul ponte di comando di questo incredibile portento della tecnologia e assaporo lo spazio digitale mentre si piega attorno a me, accelerando a fattori di curvatura crescenti.MacBook M1, diario dei viaggi del computer e del suo straordinario processore

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Siamo arrivati a un punto che non sembrava possibile. Anche la struttura del nostro Macintosh è cambiata così profondamente da avere un nuovo nome. Adesso è diventato un iMac, la forma sempre potente e carrozzata ma nuovi processori e nuove scocche colorate. Stiamo sperimentando una vera rivoluzione: questo computer cambia tutto e non c’è verso che niente sia più come prima. Non ci sarà mai un computer migliore di questo.MacBook M1, diario dei viaggi del computer e del suo straordinario processore

Diario del capitano, supplemento

L’evoluzione non si arresta, accanto al nuovo Power Mac G5 che ha una potenza impossibile anche solo da concepire, c’è un PowerBook G4 17 con masterizzatore DDV ultrasottile che fa cose impossibili per la nostra tecnologia fino a ieri. So che nessuno mi crederà quando leggerà queste righe, ma il PB17 mi permette di copiare dalla rete Wi-Fi (cioè senza fili!) un documento video di grandi dimensioni, addirittura un intero film.

Allo stesso tempo sto scrivendo delle email dentro il nuovo sistema operativo derivato da Unix mentre un’altra parte del sistema operativo sta masterizzando un DVD video a ben quattro volte la velocità base di lettura, creando un vero e proprio prodotto da home theatre. Se non fossi già un personaggio della fantascienza sarei convinto di vivere in una storia di fantascienza. È semplicemente incredibile. Credo che adesso non potrà mai più succedere niente di nuovo. Non ci sarà mai un computer migliore di questo.

Il "mitico" PowerBook Titanium - Foto: Arstechnica
Il “mitico” PowerBook Titanium – Foto: Arstechnica

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Ho in mano il futuro, un apparecchio bianco che contiene tutta la musica della mia vita (ed è tantissima) si può collegare al computer con un cavetto ultraveloce e ha la batteria che dura tutto il giorno. Rip Mix Burn. Se voglio posso archiviare tutti i miei CD oppure trovare nuova musica in rete, creare un ordine e poi salvare su una playlist oppure masterizzare un CD. Niente sarà mai più come prima: posso finalmente mettere in soffitta tutti i miei CD, dopo averli digitalizzati ovviamente. Non potrebbe essere meglio di così neanche se sullo schermo in bianco e nero si potessero vedere le foto. Faccio girare la rotella bianca pensando a questa e ad altre folli idee.Il primo iPod 2001 va in asta su eBay a prezzo folle

Diario del capitano, supplemento

Oggi ho capito che il futuro è arrivato: si tratta del mio nuovo MacBook Air. Addirittura, ha un processore Intel. Incredibile. Ieri pensavo di averlo perso perché l’avevo lasciato appoggiato sul tavolino del soggiorno sopra alcune riviste e poi ne avevo messe altre e insomma, è talmente sottile che sembra una rivista anche lui. Una rivista fatta di alluminio. Pazzesco. Vabbé, ho veramente visto tutto, adesso posso anche andare in pensione. È tutto bellissimo e durerà per sempre. Anche io avrò sempre vent’anni. E poi, non ci sarà mai un computer migliore di questo.

Steve Jobs presenta il primo MacBook Air nel 2008: foto AP Photo/Jeff Chiu) ORG XMIT: CAJC105

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La bellezza dell’iPad è superiore a quella di qualsiasi altro Mac. È una lastra di alabastro, un monolite nero, un fantascientifico vassoio per servire il caffè, metallo e vetro, che si illumina. È tutto contenuto, il contenitore scompare. La sensazione è di poter veleggiare tra le stelle senza protezioni: come il pillolo, insomma. E adesso siamo arrivati veramente alla fine della storia.

È perfetto per leggere e per scrivere, si possono creare libri e leggere libri, creare giornali e leggere giornali. Ci sono le app, che è un nuovo e bellissimo modo di intendere il software: evviva l’app store che azzera i costi enormi di messa in rete dei software o della loro distribuzione attraverso delle scatole, rendendo democratica la visibilità e sicuro il codice perché rivisto nientedimento che da quelli di Apple. Viene voglia di ballare per le strade vuote di New York da quanto è bello. Non ci sarà mai un computer migliore di questo.

MacBook M1, diario dei viaggi del computer e del suo straordinario processore

Diario del capitano, supplemento

Oggi è stato il più grande shock della mia vita. È arrivato a casa il primo MacBook Pro con la tastiera più piatta della storia e una striscia luminosa. Cambia tutto di nuovo. Ci sono problemi di surriscaldamento del motore ma per il resto siamo tornati nel futuro, da dove forse non ce n’eravamo mai andati. Non lo so, però è incredibile. La potenza di questo marchingegno è superiore a qualsiasi altra cosa mai vista e fatta prima: sono talmente potenti che diventano bollenti dopo dieci minuti, tanta è la furia di questi processori Intel. E ogni anno si vede che diventano sempre più potenti perché diventano sempre più caldi. Incredibile.

apple tastiera sonder

Diario del capitano, data astrale 22202012.18

L’attesa è infinita. Stiamo cercando di capire quando arriverà il nuovo MacBook Pro 13 M1. Lo stiamo aspettando da giorni, ma la maledetta pandemia sta remando contro. Ce n’erano pochissimi disponibili e il nostro è rimasto incagliato nello spazio profondo, all’uscita dal cantiere spaziale. Pazzesco. Non so cosa aspettarmi. Sono passati ormai 36 anni dal volo inaugurale sopra il primo Macintosh.

La potenza di varie generazioni di processori, dai Motorola 68k ai PowerPC di quattro generazioni diverse sino agli Intel mobili e desktop è stata messa alla prova. Molte volte è stata esaltata dal software sempre più aggiornato, altre volte i programmatori non hanno fatto bene i loro compiti a casa e il risultato è stato un computer che non riusciva a saettare come avrebbe potuto. Le accuse tra programmatori e produttori di chip si sono fatte pesanti, non sappiamo più cosa pensare. È veramente un brutto periodo.

Apple, il colore dei chip

Diario del capitano, supplemento

Niente, neanche oggi è arrivato. Altra finta, altre telefonate, ma niente lettera di accompagnamento, niente test. Siamo rimasti soli e indietro, sono rimasto solo e indietro. Tutti stanno dicendo miracoli di questo nuovo processore M1. È derivato da quelli che Apple utilizza da un decennio su iPhone e iPad. Viene progettato internamente, ha novità e integrazioni di tutto rilievo. Non so più cosa pensare.

Forse è veramente il computer migliore e più potente di prima e di tutti? Anche se è una prima generazione? Di solito le prime generazioni hanno poche novità e tanti problemi. Questa volta sarà diverso? Un altro capitano mi ha chiamato: andava così veloce che quasi non riuscivo a sentire la sua voce, e l’immagine era straordinariamente definita anche se l’apparto di registrazione dell’immagine era sempre lo stesso. Merito del nuovo processore M1, dice lui. Non ci sarà mai un computer migliore di questo?

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Ci siamo, la scatola è davanti a me. Adesso potremo vedere di cosa è veramente fatto questo nuovo computer. C’è chi dice che non servirà a niente. E anche io ci credo. Penso che Windows sarà in giro (quasi) per sempre. Windows ha solo un serio concorrente sul desktop, che è il Mac, e Apple sembra sempre meno entusiasta di questo ogni anno. Il pubblico non accetterà nient’altro perché non gliene importa. Quante persone si preoccupano davvero dei computer? Devono essere inferiori all’1%. Adesso lo apro.

MacBook M1, diario dei viaggi del computer e del suo straordinario processore

Diario del capitano, supplemento

È meraviglioso. È un computer di una straordinaria potenza e bellezza: piccolo e compatto, l’interfaccia è completa e velocissima, fa sembrare tutto quello che c’è stato prima come se fosse stato fatto nella preistoria. Cosa è successo? Come è possibile? La batteria dura tantissimo. La memoria sembra essere senza fine. La potenza senza limiti. Flessibile, diretto, resistente, potentissimo. Non si era mai visto un computer del genere. Sembra venuto dal futuro. Sembra fatto da un altro Steve Jobs che è andato nel XXI secolo. Sembra unico e insuperabile. Non ci sarà mai un computer migliore dell’M1.

Esodo

Diario del capitano, conclusione

Stiamo rientrando sulla Terra. È stato un viaggio lunghissimo. Dopo aver viaggiato attraverso infinite distanze digitali, bit dopo bit, abbiamo visto galassie fatte di dati, settori composti da informazioni correlate fra di loro, intere civiltà nate e scomparse nel tempo di un MHz. Enormi distanze e distanze nanometriche, subnanometriche, subatomiche, quantistiche. I processori e i computer si sono succeduti, uno dopo l’altro, sempre più ineffabili, sino a perdere qualsiasi significato, mescolarsi con il tessuto stesso della realtà, divenire un tutt’uno con il niente. Evaporare. Oggi è arrivato il nuovissimo M*, composto di stringhe in entanglement con il segno del Capricorno (è il modello che ho scelto) dentro la scatola. Oggi la apro e vedo se il capro c’è o se n’è andato. O se c’è il gatto. Non ci sarà mai un computer migliore di questo.

Tutto quello che sappiamo del processore Apple Silicon M1 è in questo approfondimento di macitynet: la recensione di Mac mini M1 è qui.

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