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MacBook Pro 13″ inizio 2015, impressioni d’uso

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Nei giorni scorsi abbiamo anticipato la prova del nuovo trackpad Force Touch di Apple, presente sul nuovo MacBook 12 senza ventole e sui nuovi MacBook Pro retina 13 pollici, in occasione della prova di quest’ultimo. Adesso è arrivato il momento di parlare di come vada il nuovo Mac professionale “intermedio” di Apple, al termine della nostra prova su strada condotta in questi giorni.

Proviamo il nuovo MacBook Pro 13
Come di consueto – grazie a iCloud e Dropbox – abbiamo trasferito tutte le nostre attività su questo MacBook Pro 13 in prova e lo abbiamo utilizzato come unica macchina da lavoro e da svago nei giorni scorsi. Unica difficoltà: il MBP13 in prova ha una SSD da 128 GB, mentre sul MacBook Air 11 di chi scrive i giga a disposizione sono 250. Si è dovuto lavorare di fino per ricavare lo spazio necessario a stare comodi in una macchina con metà della memoria di archiviazione, ma dopotutto siamo in primavera, sotto Pasqua, e le pulizie omonime sono sempre le benvenute.

Il computer in prova era il MacBook Pro 13 Intel Core i5 dual-core a 2,7GHz (Turbo Boost fino a 3,1GHz) con unità flash PCIe da 128 GB; 8 GB di memoria LPDDR3 a 1.866 MHz (espandibile a 16 GB); scheda grafica Intel Iris Graphics 6100. La macchina costa 1499 euro. Con 200 euro in più si ha la versione con SSD da 250 GB, mentre se si spendono 2.049 euro si può comprare la versione con processore Intel Core i5 dual-core a 2,9GHz (Turbo Boost fino a 3,3GHz) e SSD da 512 GB. Questi sono i tre “livelli” offerti da Apple, anche se ovviamente si possono chiedere versioni BTO (Build to order) con più memoria Ram o SSD. Nell’attuale divisione dei MacBook Pro fra la serie 13 e quella 15 pollici due differenze non superabili neanche con il BTO rimangono anche dopo questo aggiornamento: solo il 15 pollici ha a disposizione i processori i7 e la scheda video discreta.

MacBook Pro 13" inizio 2015

Come va il nuovo MBP
Ci sono tre cose che contribuiscono alla performance di un MacBook: il processore, la scheda video (integrata o discreta che sia) e la memoria di massa. Anche la velocità della Ram ovviamente gioca la sua parte, ma le componenti che apple “spinge” di più sono le tre appena indicate. Partiamo dall’ultima, la memoria di massa.

Samsung presenta su questo MBP13 una nuova memoria SSD di tipo PCIe. L’utilizzo di questa tecnologia, che bypassa il collo di bottiglia della SATA e porta direttamente sulla scheda madre la connessione della memoria di archivio, aveva dato già a suo tempo prestazioni maiuscole. Adesso, utilizzando quattro canali anziché tre, le performance accelerano ancora di più: si va quasi il doppio rispetto alla precedente generazione. A seconda di quale benchmark o di quale applicazione si guardi, i risultati sono davvero notevoli. Nell’uso quotidiano è difficile riuscire a scindere questo “effetto speed” da quello prodotto dal processore, che è sensibilmente più performance, e dall’accelerazione grafica di tutta quanta l’interfaccia che si ottiene soprattutto grazie alle librerie molto efficienti alla base del sistema operativo Yosemite.

In definitiva, la sensazione di uso di questo computer è molto positiva: performa meglio della generazione precedente e offre potenza, flessibilità e usabilità al massimo della maturità di questa serie nata nel 2012 e destinata ad andare avanti ancora qualche anno.

Squadra che vince non si cambia
La forma del MacBook Pro 13″ inizio 2015 non è minimamente cambiata: la tastiera, il monitor retina che dalla scorsa generazione è al topo della sua categoria e offre un angolo di visuale notevole oltre a una superficie ampia valorizzata dalla cornice nera molto sfilata ai lati del coperchio del Mac.

Per chi scrive, questa macchina rappresenta un ottimo punto di arrivo, con la grande flessibilità data dal buon numero di porte di connessione a disposizione (due Usb 3, due Thunderbolt, un alimentatore MagSafe2, un lettore schede SD, una Hdmi, una audio minijack a tre stadi in/out analogica o digitale).

Non avrebbe avuto senso per Apple impegnarsi in un parziale redesign di questa macchina adesso: farebbe comodo poter avere una Usb-C anche qui, in prospettiva, ma è probabile che il cambiamento (quando arriverà tra qualche anno) sarà più profondo. Quindi, per adesso questa è davvero una macchina equilibrata e bilanciata, con autonomia che supera tranquillamente le dieci ore di utilizzo e che permette di considerare il MBP13 il punto di riferimento della linea “intermedia” di Apple. Soprattutto se si considera che il MacBook Air 13 pesa poco di meno (siamo a 1,35 Kg per l’Air13 contro i 1,57 Kg di questo Pro13) ed è probabilmente molto più vicino all’essere rimpiazzato da una nuova generazione di macchine di quanto non si pensi.

Giudizio finale
Chi scrive ha lavorato, giocato, guardato film, utilizzato il MBP13 in decine di utilizzi diversi nell’arco delle giornate (e delle nottate) in cui l’ha potuto provare. La macchina regala una performance molto costante. Il nuovo processore di Intel è il “famigerato” Broadwell, che ha ritardato e messo un po’ in crisi il ciclo di rinnovo delle macchine di Apple. Però l’attesa valeva la pena: il consumo è ancora più ridotto e l’efficienza termica aumentata mentre le prestazioni sono quelle di un ottimo computer portatile che può tranquillamente essere l’unica macchina per un professionista che ha bisogno di una certa mobilità o per un appassionato.

Guardando i prezzi, sicuramente non bassi rispetto a computer che però hanno prestazioni molto inferiori, diventa difficile immaginarlo come il computer ideale per lo studente universitario. Ma dovrebbe poterlo diventare anche a costo di fare un sacrificio perché è un computer robusto, potente, flessibile e ben portabile che può garantire almeno tre se non cinque anni di utilizzo senza grandi problemi: un ciclo universitario completo di primo e secondo livello, insomma.

Considerando che, a prescindere dal corso di studi, oggi la digitalizzazione porta a “vivere” dentro il computer sempre e per tutto, dal lavoro di ricerca alla preparazione e presentazione di quel che si è fatto per gli esami, l’investimento in termini di resa, qualità e affidabilità potrebbe in realtà essere più che sensato. Nel caso questa macchina “entry level” ha l’unico difetto di un SSD un po’ piccolo se paragonato all’esigenza di archiviare grandi quantità di dati.

Pro

– Potente e con grande autonomia
– Ottimo il nuovo trackpad
– Design classico e grande flessibilità per il buon numero di porte presenti

Contro
– Manca una Usb-C
– Probabilmente lo si poteva alleggerire di qualche etto rivedendo la forma della scocca

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