Dentro al MacBook Pro 2018 da 13″ c’è una super batteria. È questa una delle note più interessanti tra quelle che emergono dallo smontaggio attuato da iFixit sul computer anche per capire che tipo di riparabile presenta. La macchina (un quad-core Intel Core i5 da 2.3 GHz che con Turbo Boost arriva a fino 3.8 GHz e con grafica integrata Iris Plus Graphics 655, 8GB di RAM LPDDR3 2133 MHz, un’unità SSD da 256 PCIe) ha rivelato una batteria – tenuta in sede da una vite Torx T5 – è da 58.0 Wh, superiore a quella da 49.2 Wh del precedente Touch Bar da 13″.
L’aumento è significativo: si tratta di un balzo in avanti di quasi il 20% in fatto di watt ora. Non è chiaro che l’aumento determini o meno un incremento dell’autonomia rispetto alla precedente batteria; Apple in ogni caso nelle note di marketing non fa cenno specifico ad un miglioramento in questo ambito ed è probabile, quindi, che i 58 Wh vadano a beneficio della maggior potenza della macchina. La batteria per raggiungere questa potenza è leggermente più pesante (232.7g vs 196.7 g) ma questo non influisce sul peso complessivo della macchina che resta invariato rispetto alla versione precedente del MacBook Pro 2018.
Tra gli altri dettagli che emergono dalla dissezione, ci sono gli speaker migliorati, più lunghi e ristretti per occupare lo spazio tra scocca e scheda logica. Il trackpad può essere sostituito svitando alcune viti Torx. Sotto il trackpad (non diverso da quello integrato nel precedente MacBook) si trovano i seguenti chip: l’MCU STMicroelectronics STM32F103VB ARM Cortex-M3, il Touch Controller Broadcom BCM5976C1KUFBG, un convertitore analogico-digitale (Maxim Integrated MAX11291ENX 24-Bit, 6-Channel Delta-Sigma ADC).
La cerniera sotto i singoli tasti della tastiera è circondata da una copertura in silicone; questo elemento consente di ottenere una digitazione leggermente più silenziosa ma soprattutto dovrebbe proteggere i tasti da polvere e detriti vari che potrebbero rendere i tasti “appiccicosi” e non rispondere in modo coerente.
La scheda logica rivela la presenza di T2, chip già visto sull’iMac Pro e che racchiude un coprocessore Secure Enclave che assicura le fondamenta per le funzioni di avvio protetto e archiviazione criptata e che riunisce inoltre diversi controller per la gestione del sistema, l’audio, l’unità SSD.
Sulla parte superiore scheda logica sono presenti vati chip: la CPU Intel Core i5-8259U, il coprocessore T2 di Apple impilato con una memoria da 1 GB Micron D9VLN LPDDR4, due Toshiba TSB 3226 J86404 TWNA (per l’archiviazione SSD), 4x SKhynix H9CCNNNBJTAL 16 Gb LPDDR3 2133 MHz (8 GB in totale), Intel JHL7540 (il controller Thunderbolt 3), Apple/Universal Scientific Industrial (USI) 339S00428 (modulo WiFi/Bluetooth), 338S00267-A0 (probabile circuito di Power Management).
Nella parte inferiore della scheda logica troviamo: 2x Toshiba TSB 3226 J86404 TWNA, 2x Texas Instruments CD3215C00 83CFZST, Cirrus Logic CS42L83A (Audio Codec), Intersil 95828A HRTZ X813HNK, 2x NXP 6142F, il convertitore buck Texas Instruments TPS51980A (un convertitore DC-DC), NXP 80V18 (modulo NFC).
I MacBook integrano un nuovo alimentatore USB-C, che a quanto pare è più facile da aprire e che internamente appare in parte riprogettato con una schermatura aggiuntiva gomma spugnosa resistente agli urti.
Il punteggio finale di iFixit in merito alla riparabilità è di 1 su 10. L’unica cosa che in pratica può essere teoricamente riparato è il trackpad. Processore, RAM e memoria flash sono saldati, rendendo nella migliore delle ipotesi poco pratico qualsiasi tentativo di riparazione. Top case con tastiera, batteria e speaker sono incollati, rendendo la macchina in sostanza inadatta alle riparazioni fai da te. Trovate i dettagli sullo smontaggio a questo indirizzo.
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