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Nuovo MacBook, piccoli particolari che fanno grandi differenze

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Probabilmente non ve ne sarete accorti, sepolta com’è stata sotto una tonnellata di altri annunci. E poi uno speedbump di solito non è una cosa da fermare le rotative e ripartire da capo. Però il MacBook 12 pollici, il “piccolo” di casa Apple, ha ricevuto la sua iniezione di novità. E una di queste fa una grande differenza.

Se ricordate, il MacBook 12 è l’erede del MacBook Air 11 pollici, di cui prende un pollice di schermo in più giocando sulla riduzione della cornice (il primo a farlo, ma è diventata una strategia di design comune anche agli altri dispositivi, come abbiamo visto con il nuovo iPad 10.5) e riduce ancor più drasticamente dimensioni e numero di porte: una sola Usb-C per alimentazione e connessione, più un mini-jack per audio in e out (ma niente più connettore spif ottico celato nella presa).

A suo tempo, due anni fa, la prima generazione generò una notevole sensazione. Sia per lo stile – è il MacBook più bello e “puro” su mercato – che per le limitazioni. Fece sensazione la mancanza di ventole. Fece sensazione anche il processore, la serie “m” di Intel, per la sua relativamente buona potenza di calcolo. Ma la limitazione nel numero delle porte e la tastiera “piatta” generarono una piccola rivoluzione. Assieme al prezzo, decisamente elevato rispetto al modello che il nuovo MacBook 12 andava a sostituire, cioè il meno costoso MacBook Air 11.

macbook 12 2017

Nel 2016 la seconda iterazione del prodotto non ha cambiato molto, se non marginalmente velocità di processore, componente grafico integrato e unità SSD. La versione 2017 si è invece fatta aspettare per quasi 14 mesi ma porta nuove, incrementali migliorie che fanno la differenza. Come la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso.

Cominciamo da quella più importante, che ha fatto da velo e barriera per gli utenti: la tastiera. Apple ha implementato una versione migliorata rispetto a quella della generazione precedente (e anche leggermente migliorata rispetto a quella dei MacBook Pro con Touch Bar). Adesso non sembra più di scrivere su un pezzo di plastica rigido, ma su veri tasti che, seppure piatti, vanno su e giù. Sembra secondario, ma dal momento che la tastiera è, assieme all’ottimo trackpad, il principale strumento di interazione con il Mac, se non funziona bene e non è “comoda”, tutta l’esperienza si incrina.

Attenzione, c’è chi l’ha trovata decente, più che usabile, passabile, anche buona. Chi scrive per l’appunto di lavoro perlopiù scrive. E quindi usa molto le tastiere. Molto come “consuma i tasti della tastiera fino a che non si cancellano le lettere” molto. E avere una tastiera scomoda fa la differenza. Questa nuova tastiera del MacBook 12 è all’altezza di quella dei MacBook Pro 2016 e quindi va più che bene (la tastiera dei MacBook Pro 2016 è sempre piatta e all’inizio difficile, ma dopo qualche settimana ci si abitua e non si ha più voglia di guardare indietro alle vecchie tastiere tradizionali a isola, con tasti che cirulano un po’ nel manico, per così dire).

macbook 12 2017

Passata la tastiera, vieniamo alla batteria. Dieci ore. Cioè, secondo le prove che si cominciano a vedere in rete, circa otto ore di utilizzo reale, in linea con quanto dichiarato da Apple e quanto ci possiamo aspettare da un MacBook che non sia il MacBook Air 13 (quello invece è un mostro che fa dodici ore reali, però va piano). I nuovi processori con la nuova componente grafica sono più potenti e presentano una novità. Infatti Apple ha un modello basato sul processore m3, un altro con processore i5 e uno su richiesta addirittura con processore i7.

Per un computer privo di ventola come il MacBook 12 questa sembrerebbe essere una scelta piuttosto coraggiosa, di quelle che riducono la batteria a due ore e rendono la scocca rovente. Ma le cose non stanno così. I processori sono della serie “i” Y, che è il modo con cui intel sta facendo rebranding della serie “m”. Qui dunque il miglioramento è incrementale e “spettacolare” sulla carta. In realtà la settima generazione di processori Intel porta a miglioramenti che rendono un processore “m” oppure “i-Y” (che è la stessa cosa) di sostanza e paragonabili ai processori i5 di pochi anni fa.

In conclusione, dopo tre anni e tre versioni dal lancio, il MacBook 12 è diventato un piccolo gioiello della ultra-portabilità. Non fa le cose di un pro, ma si paga o 1400 o più euro per la leggerezza dell’apparecchio, non per i suoi muscoli. Che ci sono, ma sono limitati: se volete farvi sessioni di Final Cut Pro X con video 4K è il momento di comprarsi un MacBook Pro. Se volete scrivere tanto e bene in tre o e in aereo, con un computer che pesa praticamente come un iPad, avete trovato il vostro campione.

macbook 12 2017

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