EPEAT ed Apple continuano a collaborare. Questo quanto si può dire dopo l’apparizione nel database dell’ente americano che certifica l’ecocompatibilità di prodotti nel campo dell’elettronica di consumo di nuovi prodotti della Mela. Si tratta di cinque MacBook Air di ultima generazione che sono stati testati e approvati. Tutti i modelli testati hanno superato test come la possiiblità di essere smontati in meno di venti minuti, la possibilità di rimuovere la batteria in meno di due minuti, l’adeguato uso di materiali riciclabili.
L’inclusione della nuova generazione di macchine ultrasottili nel database di EPEAT conferma che, almeno per ora, le scelte strategiche che avevano indotto Apple nel luglio di quest’anno a ritirare i suoi prodotti dal processo di certificazione sono state messe da parte. La decisione era sembrata sorprendente poiché Apple aveva non solo usato per anni il marchio EPEAT nelle sue comunicazioni di marketing, ma anche perché Cupertino era stata una delle aziende che più di altre aveva contribuito alla nascita dello standard, predisponendo una delegazione nel board dell’organismo. L’ex capo del settore hardware della Mela, Bob Mansfield, dovette qualche giorno dopo ricorrere ai ripari ammettendo che la scelta di ritirare i prodotti dal registro era stata un errore e spiegò che la decisione era stata presa poiché i prodotti di Apple sono per loro natura ecosostenibili e che l’hardware aveva fatto progressi in aree che vanno oltre quanto previsto e misurato dall’EPEAT.
I MacBook Air sono prodotti studiati in maniera da essere collocati in un contesto ecosostenibile: non usano ad esempio colla per tenere ferma la batteria e il display non è fuso in una sola componente con il vetro come sul Retina. Apple evidenzia che per ridurre l’impatto ambientale, l’Air è stato progettato con particolari caratetristiche: assenza di bromurati (BFR), assenza di mercurio, ftalati e cloruro di polivinile (PVC), guscio in alluminio riciclabile, rispetto degli standard Energy Star 5.2. Cupertino è riuscita a eliminare molti dei materiali tossici che rientrano comunemente nella produzione di computer, ad esempio scegliendo per lo schermo del MacBook Air una tecnologia di retroilluminazione priva di mercurio e un tipo di vetro privo di arsenico.
[A cura di Mauro Notarianni]