John Fontana, Senior Editor di Network World ne è convinto: la piattaforma mac potrebbe finalmente avere le frecce giuste al suo arco. Innanzitutto, l’inclusione in Mac Os Server di strumenti efficaci di interoperabilità e inserimento in infrastrutture complesse; la presenza di sistemi di virtualizzazione efficaci realizzati da terze parti; lo spostamento all’architettura Intel che, in contemporanea all’annuncio di Microsoft Vista, ha spinto i dipartimenti IT delle grandi imprese e delle università (per citare due esempi) a operare una comparazione tra le due piattaforme finendo per considerare i costi di migrazione e d’investimento hardware che Vista comporta. Boot Camp e Parallels hanno infine contribuito a cambiare lo scenario in modo decisivo rendendo possibile la convivenza dei due sistemi sulla stessa macchina.
Mac può certamente essere la scelta giusta per il backup aziendale con Xserve e Xserve Raid. Mac – ancora – può essere un’alternativa economica rispetto all’investimento necessario per adeguare la dotazione hardware alle richieste di Vista. Le macchine Server di Apple hanno tutto quanto si possa richiedere e con una strategia di prezzo che non ha rivali. Gestione dei file, stampa e gestione delle più svariate piattaforme, sicurezza, funzioni di collaborazione sempre più spinte e all’altezza della concorrenza, POP, IMAP, DNS, DHCP, FTP e quant’altro possa servire alla gestione del network aziendale, fanno del Mac un’alternativa perfetta a Windows ed anche a Linux, certo. Xsan e Xgrid e la politica delle licenze praticata da Apple non ha rivali. Vogliamo considerare l’integrazione in Sistem X di Apache, Samba, Kerberos, Postfix, Jabber, SpamAssassin e OpenLDAP? Leopard sembra già pronto per i più moderni sistemi di social networking, dando un contributo decisivo alla strategia Apple per l’impresa.
Rimane il fatto che Apple non sembra ancora avere la mentalità giusta per il mondo dell’enterprise: non ha un supporto formalizzato, né l’assistenza tecnica dedicata, né prodotti dedicati espressamente a questa tipologia di clienti.
O – forse – quello che ostacola il successo di Apple nel mercato enterprise è semplicemente il non aver ancora saputo superare una diffidenza sedimentata nel tempo. Se così fosse, il problema, per Apple, sarebbe di natura culturale e la strada si potrebbe rivelare tutta in salita. Modificare una cultura – specie se consolidata – non è come cambiare le specifiche di una tastiera o di un iPod.
Richiede tempo, passione, idee giuste e persone credibili che sappiano introdurle nel posto giusto al momento giusto. Mai come questo potrebbe essere il momento di investire sulle persone, per Apple.
Che ne pensano i nostri lettori? Quali sono le loro esperienze in merito?
Ne parliamo su questa pagina del nostro Forum.
[A cura di Fabio Bertoglio]