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Mac OS X Snow Leopard metterà  a dieta le applicazioni

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RoughlyDrafted Magazine parla di alcune delle novità  del futuro Mac OS X “Snow Leopard” e asserisce che, benché Apple non parli di nuove caratteristiche ma di “ottimizzazione estrema del codice esistente”, nel futuro sistema operativo ci sarà  spazio anche per molte importanti novità  molte delle quali non hanno a che fare con QuickTime X, GrandCentral e OpenCL (tre delle tecnologie-chiave più importanti del futuro sistema, di cui si è già  molto discusso).

LLVM, Low Level Virtual Machine
La collaborazione di Apple con la comunità  open source ha fatto emergere il grande interesse della casa di Cupertino verso architettura LLVM, “Low Level Virtual Machine” (ne abbiamo parlato qui qualche giorno addietro) grazie alla quale sarà  possibile creare applicazioni più piccole, veloci, integrando codice proveniente da vari linguaggi di programmazione.

CUPS 1.4
Una grande tecnologia in mani Apple è CUPS (“Common Unix Printing System”), un print spooler di derivazione Unix (è il sistema di stampa di default della maggior parte delle distribuzioni Linux) che permette di integrarsi a vario livello con le stampanti, elaborare, programmare e filtrare le richieste di stampa. Integrato in Mac OS X fin dal 2002, il progetto è stato nel febbraio 2007 acquisito da Apple che ha saggiamente continuato a lasciare aperto il codice di sorgente ottenendone vari vantaggi: nella lista dei bug risolti e delle migliorie, il 24% è opera di Apple, il restante 76% deriva dalla comunità  open source che si occupa di Linux, OpenSolaris e altri progetti. Ovviamente il 100% degli utenti (di tutte le piattaforme) ha potuto beneficiare dei contributi di Apple e di terze parti.
La collaborazione della casa di Cupertino e l’intervento di tanti bravi programmatori esterni ha permesso di ottenere codice di qualità  elevata. “Snow Leopard” sfrutterà  la versione 1.4 di CUPS permettendo di avere nuove caratteristiche, miglioramenti in termini di efficienza, performance e sicurezza: sarà  sfruttata una sandbox che impedirà  a eventuali malware di attaccare il sistema di stampa o intercettare/leggere documenti sensibili presenti nella coda di stampa.

ZFS
Altra tecnologia di cui si è molto parlato nei mesi passati è l’adozione del file system ZFS, altro importante software di derivazione open source che ha cominciato a essere integrato da Apple nella attuale versione di Leopard (permettendo al momento l’accesso a sola lettura, similarmente a quanto accade con i file system NTFS). Nella versione server di Snow Leopard avremo finalmente il supporto in lettura e scrittura a questo interessante file system a 128 bit che promette e permette meraviglie (per i dettagli vi rimandiamo a questo nostro articolo di qualche tempo addietro). Il sistema NON rimpiazzerà  HFS+ (ZFS ha poco senso su macchine desktop e laptop) ma potrà  essere utilizzato in ambito server e workstation high-end. Il sistea, infatti, è altamente flessibilie, può operare in condizioni di elevata sicurezza e la sua dinamicità  gli permette di lavorare su più dischi contemporaneamente.

Server Exchange
Il supporto ai server Exchange sarà  un altro importante tassello nella visione Apple del futuro sistema operativo. Non solo l’iPhone ma anche Mail, Rubrica indirizzi e iCal potranno avere benefici da quello che volenti o nolenti è il sistema di collaborazione per antonomasia. Diffusissimo presso le grandi aziende, si tratta di un sistema centralizzato di messaggistica che permette di gestire la posta elettronica (sia interna che esterna), condividere calendari e rubriche con gli utenti di una rete.

Push Notification Service
Apple ha sviluppato una tecnica denominata PNS, Push Notification Service che permette agli utenti di iPhone e iPod Touch di ricevere notifiche lato-server senza la necessità  di applicazioni che rimangono costantemente in background solo per aggiornare gli eventi di cui tener traccia. Insieme a Bonjour (tecnologia nata per individuare automaticamente la presenza di servizi nelle LAN), la tecnica continua a mantenere la connessione wireless dell’iPhone sfruttando un ingegnoso sistema usabile anche da sviluppatori di terze parti. Non è ben chiaro se Apple integrerà  il PNS nella versione desktop di Mac OS X; in caso affermativo è facile supporre che l’implementazione sarà  simile a quella già  vista sul nuovo iPhone.

L’integrazione di tecnologie di pushing permetterà  ad Apple di integrare sempre più i prodotti mobili con quelli desktop. In Leopard la funzione Back To My Mac permette di sfruttare un comodo ed efficace sistema d’accesso a distanza. Questa funzionalità  sarà  ancor più potenziata e sfruttabile da sviluppatori di terze parti per permettere agli utenti di accedere a risorse condivise ovunque esse siano presenti nel mondo.

Applicazioni web eseguibili sul desktop
Si è molto parlato di applicazioni-web eseguibili in locale, una caratteristica che permetterà  di eseguire localmente (al di fuori di Safari) applicazioni che normalmente possono girare su un server web incorporando dati e applicazioni in un package unico. In quest’ottica deve essere vista l’adozione delle tecnologie SquirrelFish (il nuovo interprete JavaScript estremamente performante che permetterà  di avviare applicazioni web eseguibili in locale o via web alla stregua di normali applicazioni) e SproutCore (il framework per la creazione di applicazioni web con il look&feel del sistema operativo). L’adozione di due tecnologie standard e aperte va in controtendenza rispetto alla direzione Microsoft la quale, sembra sempre più volersi chiudere all’interno del suo .NET. La possibilità  di creare applicazioni web .net eseguibili in locale grazie al plug-in SilverLight non sembra finora aver entusiasmato più di tanto gli sviluppatori, nonostante la versatilità  della piattaforma .net.

Nuove funzionalità  di sistema per l’elaborazione dei testi e applicazioni più piccole
Fonti non meglio chiarate di RoghlyDrafted affermano che Apple è al lavoro nel migliorare alcuni servizi riguardanti la gestione del testo da parte degli sviluppatori implementando a livello di sistema operativo alcune caratteristiche presenti in molti elaboratori di testo: la possibilità  di sottolineare in rosso errori durante digitazione di frasi (qualunque sia l’applicazione nella quale ci troviamo), la correzione automatica di errori di digitazione, l’inserimento automatico di determinati caratteri al posto di altri (ad esempio, scrivendo (C), sarà  presentato automaticamente il simbolo © del copyright). Maggiormente sfruttata sarà  la tecnologia Data Detector, una tecnica brevettata negli anni ’90 grazie alla quale è possibile identificare porzioni di testo utili (nomi, indirizzi, numeri di telefoni, appuntamenti). Leopard sfrutta già  i Data Detector in Mail permettendo di creare “elementi attività ” dal testo di note o messaggi, oppure quando si vuol tenere traccia di qualcosa (impostare un appuntamento in iCal, aggiungere un indirizzo alla Rubrica). In Mac OS X Snow Leopard il concetto di Data Detector verrà  espanso a tutto il sistema operativo.

FontBook fornirà  una tecnica di auto-attivazione. Sarà  possibile attivare automaticamente i caratteri richiesti da un determinato impaginato e tenere traccia dei font in modo più semplice grazie a nuove e specifiche funzionalità  di SpotLight.

La tecnologia multitouch e d’input gestuale, apprezzata dai possessori di MacBook Air potrebbe essere un’altra delle caratteristiche che vedrà  miglioramenti con il nuovo sistema. A proposito di MacBook Air Apple sembrerebbe voler sempre più puntare sui nuovi dischi allo stato solido (più resistenti e più veloci dei classici dischi EIDE/SATA). Il problema è che questi dischi sono ancora piuttosto “piccoli” ed è necessario ridurre le dimensioni delle applicazioni, per non rischiare di ingolfare inutilmente i dischi rigidi di troppo materiale. In questo momento, Leopard richiede circa 9Gb di spazio su disco e l’installazione di iLife occupa circa altri 3Gb. Questo significa che in un MacBook Air con disco SSD da 64GB con il solo sistema e le applicazioni iLife è occupato il 20% dello spazio totale. Mac OS X Snow Leopard sembra voler migliorare lo spazio occupato dalle applicazioni. Nella prima beta distribuita agli sviluppatori la cartella “Utility” occupa 11.6Mb contro i 468MB di Mac OS X 10.5.x. Molte altre applicazioni sono state ridotte all’osso in termini di dimensioni di spazio occupato su disco grazie a tecniche di ottimizzazione del codice e condivisione di risorse.

Una notevole diminuzione dello spazio occupato, potrebbe arrivare grazie anche alla (da tempo sbandierata) indipendenza dalla risoluzione che dovrebbe permettere di sostituire elementi grafici bitmapped con elementi vettoriali ingrandibili a proprio piacimento e in grado di occupare meno spazio su disco. Altre tecniche di ottimizzazione riguardano la localizzazione delle applicazioni,permettendo di ridurre la dimensione complessiva delle applicazioni. Mail, ad esempio, in Snow Loepard occupa solo 91MB contro i 288 della versione inclusa di serie con Mac OS X 10.5.x. Probabilmente Apple ha capito che è inutile includere il supporto a 18 lingue contemporaneamente in tutti i programmi e ha studiato qualche tecnica che gli permette di recuperare le stringhe localizzate da un sistema centralizzato.

Non è del tutto da escludere, infine, che questa voglia di ottimizzare e ridurre le dimensioni delle applicazioni sia il preludio a qualche nuovo dispositivo portatile dotato di drive allo stato solido con Mac OS X Snow Leopard di serie (il Mac-tablet di cui di tanto in tanto si parla?).
[A cura di Mauro Notarianni]

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