La professionalità e il gusto dei fotografi italiani scelti da Condé Nast per mostrare online le più grandi sfilate di moda.
Non è semplice soddisfare le esigenze di una multinazionale della comunicazione che fa del mondo della moda il suo punto di forza, ma per raccontare sul web tutti gli avvenimenti top del settore con le sfilate di Milano, Roma, Parigi, Londra e New York è stato scelto un dinamico studio milanese, Fotografi Associati, che fa dei computer di Apple uno dei punti di forza della sua offerta professionale ed è riuscito a convincere l’editore di Vogue, Glamour, GQ ad affidargli un compito impegnativo e stimolante allo stesso tempo.
Non è semplice soddisfare le esigenze di una multinazionale della comunicazione che fa del mondo della moda il suo punto di forza, ma per raccontare sul web tutti gli avvenimenti top del settore con le sfilate di Milano, Roma, Parigi, Londra e New York è stato scelto un dinamico studio milanese, Fotografi Associati, che fa dei computer di Apple uno dei punti di forza della sua offerta professionale e grazie anche a Titanium e G4 è riuscito a convincere l’editore di Vogue, Glamour, GQ ad affidargli un compito impegnativo e stimolante allo stesso tempo.
Ne parliamo con Stefano Peruzy, socio ed amministratore, Alessandro Viero e Juri Romano, soci e Luca Binetti, collaboratore di Fotografi Associati.
– Da quanto tempo lavorate nel campo della foto di moda?
Stefano: ho iniziato nel 1985 prima come assistente e poi come professionista, lavorando in Italia ed all’estero per alcune case editrici, per agenzie pubblicitarie e di pubbliche relazioni. Le sfilate di moda sono state sicuramente il primo settore in cui mi sono cimentato, avendo come committente una piccola rivista napoletana di moda e proseguendo con lavori più importanti.
Alessandro: ho cominciato nel 1987 con le sfilate di moda per una rivista giapponese come Hi Fashion (che è ancora un nostro cliente), con la quale ho collaborato per altri servizi; ho lavorato per numerose case editrici, aziende di abbigliamento ed agenzie di pubbliche relazioni.
Juri: ho iniziato con impegno ed entusiasmo negli anni Novanta, dopo la scuola di fotografia, come assistente di Alessandro e Stefano, vivendo tutto il periodo di passaggio dall’analogico al digitale e riuscendo in breve a conquistare uno spazio importante nelle nostre collaborazioni e ad affermarmi autonomamente presso alcuni clienti come Ter et Bantine.
Luca: anche io, come Juri, sono entrato a far parte del team di Fotografi Associati una volta terminata la scuola di fotografia. Mi sono occupato sin dall’inizio di fotografia digitale e di scelta, trattamento e storage delle immagini al computer. Attualmente sto approfondendo le mie conoscenze di Flash MX, con l’obiettivo di migliorare le nostre presentazioni ai clienti.
– Come nasce Fotografi Associati?
Stefano: durante le sfilate dei primi anni Novanta ebbe inizio la collaborazione con Alessandro; in poche stagioni siamo riusciti ad affermarci in questo settore, conquistando clienti importanti quali Ferragamo, Valentino, Moschino, Trussardi. Fotografi Associati nasce nel luglio 2001 con la scommessa di creare uno studio che unisse la nostra esperienza di fotografi con la realtà del mondo digitale.
– In che momento la fotografia digitale è entrata a far parte della vostra esperienza professionale?
Stefano: i primi rudimenti li ho appresi agli inizi degli anni Novanta, passando interminabili ore accanto ad un caro amico, Nicola Graziani di Sunset Studio (fotografo e grafico, ma soprattutto vero esperto del settore Mac, il quale oggi è certificato Apple e collabora con molte agenzie di pubblicità), al quale ponevo innumerevoli domande e che da allora è divenuto il mio mentore sul campo.
Nel 1993 ho acquistato il mio primo Mac, un LC III con 8 Mb di ram, che poi ho sostituito un anno dopo con un PowerMac 8500 con 384 MB di ram e un monitor da 17” e che è stato il vero trampolino di lancio per quella che è divenuta una vera e propria passione, anche se applicata al lavoro.
Anni di prove, nottate e tanti errori mi hanno fatto acquisire una discreta conoscenza del mezzo; l’appoggio di Alessandro verso la nuova frontiera digitale e la passione e la capacità di Juri, che in breve tempo (anche grazie all’esperienza di suo padre, uno scannerista poi passato ad usare Mac con software di grafica ed impaginazione) si è rivelato un valido compagno di avventura, ci hanno portato ad affrontare una sfida come quella di essere scelti quali fornitori ufficiali da un grande editore internazionale di moda come Condé Nast.
– In questi anni quali sono le conoscenze che avete acquisito nel campo?
Luca: sicuramente quelle relative alla gestione ed all’ottimizzazione delle immagini. Il primo grosso problema nel quale ci siamo imbattuti è stato quello di avere pochissimo spazio per immagazzinare le foto, problema poi risolto con l’adozione di dischi esterni firewire di grossa capacità montati a cascata sul nostro server.
Per quanto riguarda la catalogazione ed indicizzazione delle immagini, ci siamo avvalsi di programmi per la creazione automatica di database dai DVD di backup.
Riguardo all’ottimizzazione, si sono dimostrati necessari l’utilizzo di monitor profilati ed il continuo aggiornamento delle nostre tecniche di gestione del colore.
Il nostro lavoro si conclude spesso con la presentazione al cliente di cataloghi di foto scelte, per realizzare i quali abbiamo dovuto provare svariati software prima di trovare quelli che più rispondessero alle nostre esigenze. Infine, si sono dimostrati vantaggiosissimi i collegamenti in fibra ottica, tramite i quali effettuiamo trasferimenti in FTP verso i server dei nostri clienti italiani ed esteri.
– Quali gli errori da cui avete imparato e quali le esperienze più interessanti?
Stefano: nei primi tempi l’ostacolo più frequente è stata la sincronizzazione del colore, ma in quel caso si trattava di “errori di gioventù”; più difficile da superare, di recente, è stato quello della gestione della rete la quale, pur essendo di dimensioni medio-piccole, necessita per forza di cose di un router e non del semplice CPL fornito di norma da Fastweb.
Tra le esperienze più gratificanti c’è di sicuro l’aver guadagnato la fiducia di un editore di caratura mondiale come la Condé Nast.
– Come è entrato il Mac in tutto questo? Quali sono i reali vantaggi ad usare i computer con la mela nel vostro ambiente?
Stefano: tutto è avvenuto nel 1993 al momento dell’acquisto del mio LC III, acquisto caldamente consigliatomi dal nostro “evangelista” Nicola Graziani. La sua semplicità d’uso per chi non aveva mai lavorato al computer si è rivelata la carta vincente. L’interfaccia grafico estremamente intuitivo del sistema operativo, unito ad un vero plug&play sono quanto di meglio possa trovare un professionista del nostro settore che non abbia il tempo (e la voglia) di passare giorni, se non settimane, impegnato in letture di complicati manuali o in esasperanti reinstallazioni. E poi, come direbbe Moretti, io farò sempre parte di una minoranza… quella degli informatici snob!
– Pensate che vi permetta di essere un gradino al di sopra di chi usa i PC? E per quali motivi?
Juri: fino a ieri la differenza tra le due piattaforme era evidente, per i motivi già accennati. Oggi, al di là dell’inutile querelle su mega e gigahertz, il gap tra i processori Risc adottati da Apple e quelli Cisc del mondo PC inizia ad essere un freno allo sviluppo. Inoltre ci sarebbero diverse critiche da muovere sull’affidabilità ed il controllo-qualità di alcune produzioni hardware recenti, nonché sul comportamento spesso farraginoso del servizio di assistenza tecnica Apple.
– Come vi gestite a livello di assistenza sulle macchine e sulla comunicazione dei vostri elaborati fotografici?
Stefano: per l’assistenza siamo quasi sempre in grado di provvedere da soli, almeno per i problemi software. Dieci anni di esperienza Macintosh saranno pur serviti a qualcosa… Per quanto riguarda la diffusione dei nostri lavori (che riusciamo a realizzare in un arco di 2 ore, dallo scatto alla consegna), come già accennato utilizziamo server FTP oppure spediamo il materiale su CD e DVD tramite corriere espresso, nazionale ed internazionale. A breve sarà anche attivo il nostro sito sul web.
– Qualche parola sugli strumenti fotografici veri e propri… Utilizzate corpi macchina Canon ed obiettivi….
Alessandro: da quest’anno usiamo macchine Canon Eos 1D con obiettivi Canon Ultrasonic (uno zoom 80-200 mm f2.8, un 300 mm f2.8 e teleconverter 1,4x), schede di memoria Compact Flash da 512 MB e Microdrive da 1 GB.
– Quali sono i vantaggi che avete ottenuto da questa scelta?
Juri: siamo sempre stati affezionati e soddisfatti utilizzatori di Canon Eos, che per le sfilate si sono rivelate quelle che meglio sanno coniugare semplicità e comodità di utilizzo con tecnologia all’avanguardia. Autofocus ad alte prestazioni, notevole robustezza, ergonomia perfetta, ottimo sistema esposimetrico, uniti alla grande qualità delle ottiche. Ci attendevamo, quindi, un grande prodotto digitale, anche se giunto con un po’ di ritardo. La macchina si è fatta subito apprezzare per le stesse doti che accompagnavano le vecchie fotocamere a pellicola, oltre che per files digitali estremamente neutri e ricchi di informazioni, il che permette di rielaborarli successivamente e senza grossi problemi con Photoshop.