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Mac Pro Apple Silicon supporterà memorie RAM ECC

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Come da tradizione, dopo ogni major release di macOS, Apple mette a disposizione le versioni aggiornate dei componenti open source del sistema operativo. Apple distribuisce online componenti open source di macOS e iOS, più precisamente il kernel XNU. L’ultima versione è la 8792.41.9 ed è disponibile su GitHub. Sono peculiarità che potrebbero essere di particolare interesse per alcuni sviluppatori, ma sbirciando nel codice è in alcuni casi possible individuare dettagli sul futuro del sistema.

A questo proposito due novità sono state notate da Longhorn (ingegnere specializzato in hypervisor, ex dipendente Qualcomm e Amazon Web Services). La prima è il supporto alle memorie ECC nell’architettura ARM di macOS. Non sembra niente di particolare, ma questo elemento è un segno positivo relativo ai lavori in corso sul futuro Mac Pro.

ECC è acronimo di “Error Correction Code”: queste memorie si distinguono da altri tipi di RAM essendo in grado di individuare eventuali errori contenuti nell’informazione memorizzata e per meccanismi capaci di correggere l’errore riscontrato. La RAM ECC è sfruttata in alcuni ambienti aziendali, ad esempio è richiesta nei server di aziende e centri elaborazione dati dove è fondamentale ridurre al minimo il margine di errore nei dati. ECC è un metodo per individuare e poi correggere gli errori di un singolo bit della memoria.

Questo tipo di memorie RAM sono fondamentali nelle postazioni di lavoro e nei server in cui errori, corruzione dei dati e/o disfunzione del sistema devono essere evitati a ogni costo. Sono memorie più costose perché integrano un chip in più in grado di rilevare se i dati sono stati letti o scritti correttamente dal modulo di memoria. I moduli non ECC (chiamati anche di non parità) non hanno questa funzionalità di rilevamento degli errori. Il supporto alle memorie ECC per i processori ARM è un probabile indizio sull’imminente arrivo di un Mac Pro ARM.Adobe e altri sviluppatori entusiasti dei nuovi Mac Pro 2019Il secondo elemento individuato nel codice di macOS è che Rosetta 2 (la tecnologia Apple che permette di eseguire codice x86 su processori con architettura ARM) fa ora parte del kernel open source. Rosetta può funzionare anche dentro Linux, e questo vuol dire che si possono eseguire applicazioni x86 all’interno delle macchine Linux (es. Steam oppure librerie e software per il calcolo scientifico). Rosetta 2 non è ad ogni modo direttamente open source ma è un componente proprietario, chiuso, che può essere chiamato dal kernel.

Il solitamente ben informato Mark Gurman di Bloomberg ha riferito poco tempo addietro che Apple starebbe testando un Mac Pro con una configurazione che include una variante con CPU 24 core (inclusi 16 performance core e 8 efficiency core), 76 graphics core e 192 GB di memoria. La workstation in questione dovrebbe essere offerta in configurazioni con chip “M2 Ultra” e “M2 Extreme”, e performance che promettono di essere fino a quattro volte superiori rispetto a quanto possibile con il chip M2 Max, che dovremmo vedere sui futuri MacBook Pro, questi ultimi previsti con memorie ancora più veloci delle attuali.

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