Le origini, potremmo dire la preistoria, della scelta di Apple di passare da PowerPc a processori Intel sono nel bisogno di un ingegnere Apple di stare più vicino a suo figlio ancora piccolo. La storia, mai raccontata, di come Cupertino ottenne le basi del codice del sistema operativo che poi divenne il progetto Marklar viene sorprendentemente raccontata su Quora, dove è stata notata da MacRumors; è qui, su questa rete social dove chiunque può postare una domanda ed ottenere una risposta, che appare un post di Kim Scheimberg, moglie dell’ingegnere da cui tutto (o quasi) nacque.
La signora Scheimberg, cercando di spiegare dove affonda le sue radici cultura della segretezza di Apple e come viene mantenuta, racconta di come il marito (John Kullman) nel 2000 aveva cominciato a lavorare ad un progetto personale nella speranza di poter ottenere il permesso di telelavoro così da poter lasciare la California e spostarsi sulla East Cost così che i nonni potessero seguire suo figlio Max. Il progetto che si era scelto e per cui aveva ottenuto il permesso di impegnarsi era stato il porting di Mac OS X su Intel.
Inizialmente, da quel che si comprende, era davvero un progetto del tutto personale di cui Apple non si è occupata più di tanto. 18 mesi dopo però Joe Sokol (ancora oggi un manager Apple) decise di andare a vedere quel che Kullman stava facendo: «devo giustificare il tuo stipendio», era stata la motivazione. Seduto nel piccolo ufficio dell’ingenere che si occupava allora di kernel, Sokol ha guardato attonito un PC assemblato, partire con Mac Os X e funzionare perfettamente. Dopo un attimo di silenzio, dice la signora Scheimberg, Sokol ha detto al marito: «aspetta qui un attimo». Alcuni minuti dopo Sokol si è presentato alla porta con Bertrand Serlet che era il capo del gruppo di sviluppo di Mac Os. Anche Serlet ha guardato stupito il PC partire con Mac OS per poi dire: «quanto pensi di poterci mettere per farlo partire su un Sony Vaio?» «Non troppo», è stata la risposta di Kullman. «Due o tre settimane?», ha chiesto Serlet. «No, direi due ore», ha detto l’ingegnere. Pochi minuti dopo Kullman era in un negozio Fry per comprare il miglior Vaio sul mercato e alle 19:30 di quel giorno stesso il Sony girava con Mac OS X. Il giorno successivo Jobs decollava con un aereo privato per raggiungere la sede di Sony in Giappone presumibilmente (anche la signora Scheimberg non lo dice) con il Vaio con Mac Os X nella sua borsa.
Ricordiamo che le prime voci sul progetto Marklar (il nome, si aprende ora, era stato assegnato dalla moglie di Kullman) ruotavano intorno all’intenzione di Apple di concedere in licenza Mac Os X ad alcuni produttori di PC e probabilmente Jobs presentandosi alla Sony voleva tenersi aperta questa porta.
Nello stesso momento Bertrand si chiudeva in una stanza con Kullman imponendogli di non parlare di quel che era successo con nessuno. Il suo ufficio personale, incluso quello di casa, veniva riconfigurato per rispondere alle specifiche di sicurezza di Apple e la moglie veniva tagliata fuori da discorso sull’argomento. Cupertino sapendo che la moglie di Kullman era a conoscenza di quel che era successo fino a quel momento ha consigliato a tutti e due di dimenticare i vari passaggi della vicenda e proibito a Kullman di parlare di tutto quel che sarebbe successo da lì in avanti anche con la moglie.
Kullman venne poi affiancato da altri due ingegneri nel gennaio del 2002 e nell’agosto dello stesso anno gli ingegneri al lavoro erano 12. Fu in quel momento che cominciarono a nascere le prime voci sul progetto Marklar, che sarebbe divenuto quel che oggi sappiamo: Mac Os X per Intel. L’annuncio ufficiale del passaggio ad Intel di Mac Os X, lo ricordiamo, è del giugno del 2005.