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Addio MacBook Retina 12, il brutto anatroccolo che poteva essere cigno

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Premessa doverosa: le righe che state leggendo sono state scritte sulla tanto criticata tastiera di un MacBook Retina 12 pollici, l’unico computer “fanless”, cioè senza ventola, della linea di portatili Apple che ora esce di scena.

Un piccolo gioiellino con i suoi estimatori, evidentemente non in maggioranza né sul mercato né all’interno di Apple, perché con l’aggiornamento di listino che fa uno speed-bump a MacBook Air Retina e al MacBook Pro 13 pollici, se ne va (assieme al veterano MacBook Air 13 pollici non retina).

Seconda premessa: anche la fine ufficiale della lunghissima e spettacolare carriera del MacBook Air 13 pollici con schermo non Retina andrebbe in qualche modo celebrata.

Perché la Volkswagen Maggiolino dei portatili Apple (e non solo) ha fatto letteralmente la storia del settore: è nato come prima macchina Unibody della storia di Apple e della quasi totalità del mercato (si beccò anche le serrate critiche di un sito di teardown giapponese, che criticò senza capirlo il senso dell’architettura del telaio-guscio portante estruso del computer) e ha ridefinito lo sforzo di tutti per creare un computer dal prezzo abbordabile e dalle prestazioni di lunga durata (batteria estremamente generosa in un computer molto ben equilibrato nel rapporto prestazioni-potenza) che hanno fatto del MacBook Air 13 un vero mito. Ma non è di lui che vogliamo parlare.

MacBook 12"

Il vostro cronista, andando a scavare nei meandri della sua posta, ha ritrovato la mail datata 16 settembre 2017, poco più di due anni fa, in cui Apple scriveva: “Grazie per il tuo ordine – Ti faremo sapere quando partirà la spedizione”. Era la conferma dell’atto dell’acquisto di un MacBook con schermo Retina 12 color grigio siderale, 16 GB di Ram, 512 GB di SSD e processore i5 dual core di settima generazione a 1,3 GHz con Turbo Boost fino a 3,2 GHz.

Lo stesso computer che, dopo una sostituzione in garanzia della tastiera (perché fortemente usurata e con i tasti che cominciavano a perdere pericolosamente la loro già limitata flessibilità), è in questo momento poggiato sul tavolino di una camera d’albergo di Taipei, la capitale di Taiwan, dove il cronista si trova per motivi di servizio.

Era questo MacBook Retina 12 il computer perfetto? Certamente no. Ce ne sono di più potenti, di più flessibili, con tastiere migliori (come il precedente MacBook Air 11 che ha tirato dal 2011 al 2017, passando il testimone al nuovo arrivato) e varie altre qualità, compatibilità, numero di porte e tutto il resto incluso il chip T2 che qui non c’è e per la sicurezza fa una certa differenza. È tuttavia il più silenzioso e portatile? Certamente.

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E infatti non c’è stato tavolino di poltrona d’aereo, per quanto l’economy potesse essere stretta e punitiva, che non l’abbia contenuto tranquillamente. Non c’è stata conferenza o intervista nella quale il piccoletto non sia saltato fuori comodamente, carico e pronto a raccogliere le note che dovevano essere scritte, o preparare un nuovo articolo.

Il MacBook Retina 12 è un ottimo computer, se si conoscono e si accettano le sue limitazioni: il processore non è certo potente come un processore di serie superiore (non fatevi ingannare dalla dizione “i5”, perché in realtà si tratta di un “m5” di Intel, appena più potente della generazione mobile precedente), e comunque performa bene ma quando viene messo sotto pressione il clock sale, va in modalità turbo, e la batteria “evapora” molto più rapidamente.

È un computer tranquillo, piccolo, rapido ma non muscoloso. E chi lo compra lo cerca proprio per queste caratteristiche.

MacBook 12" smontato

Quando Apple ha annunciato la sua nascita, nel 2015, lo ha fatto prendendo un po’ tutti contropiede. Infatti il MacBook Retina 12 è nato all’improvviso, cogliendo di sorpresa chi si aspettava una nuova linea di MacBook Air: e invece ancora per quattro anni gli Air sono rimasti in vendita e ci sono voluti tre anni perché arrivasse il MacBook Air 13.

Colse di sorpresa anche chi si aspettava un iPad Pro, o un MacBook ibridato con processore Ax. Insomma, spiazzò tutti a partire dal nome, “MacBook” semplicemente, senza alcuna determinazione. Né Air, né Retina, né mini, né 12, né niente. Un segnale che si trattava una macchina di transizione, capiamo oggi. Un prodotto che andava a riempire un buco che adesso, con iPadOS sempre più in forza ha già meno senso (perché si sovrappone in pieno al territorio dell’iPad 11 e 12,9, mentre “sopra” ha un più economico e performante MacBook Air Retina 13).

Il vero problema del MacBook Retina 12 che da oggi va in pensione – anche se rimangono un buon numero di apparecchi ahimé non più configurabili al momento dell’ordine, come quello del vostro cronista – è il prezzo. Costava troppo. E questi euro pesavano perché il computer faceva pagare la sua portabilità “estrema” (è comunque più sottile di un MacBook Air 11 non Retina) anziché andarsi a collocare in una fascia dove avrebbe risposto ai bisogni chi deve usare un computer per la scuola, lo studio, il lavoro o altro, e ha sempre bisogno quindi di un piccolo computer sempre con sé. Il MacBook Retina 12 avrebbe in realtà potuto rispondere molto bene a questa domanda probabilmente a scapito della sua performance.

La tastiera ultrapiatta, aggiornata ben tre volte (non vedrà mai però la quarta versione rifatta dell’ultimo speed-bump dei MacBook Pro 15 e dei nuovi MacBook Air Retina e MacBook Pro 13), ha innovato per consentire di schiacciare le dimensioni ma ha anche generato un sacco di problemi. Il profilo senza ventola, che se si scalda fa rallentare il processore, è però una gran comodità e il silenzio nell’uso di questa macchina è un paradosso: quieta in modo leggendario, ma con la tastiera più rumorosa di sempre.

Il MacBook Retina 12 è un compagno prezioso e, per pochi ma ben consapevoli utilizzi è tutt’ora molto valido e paradossalmente acquistabile, ma solo a condizione di forti sconti perché comunque è un computer di due anni fa che non per di più viene più prodotto e i cui limiti e difetti sono noti. La batteria non è mai stata leggendaria e dipende completamente dall’utilizzo che se ne fa: le dieci ore si raggiungono ma a condizione di utilizzarlo come una macchina per scrivere e soprattutto di tenere le tab dei browser ben chiuse (sono una delle causa di consumo più note).

In conclusione, è il momento agrodolce di accomiatarsi dal MacBook Retina 12. Anche se chi scrive lo sta ancora utilizzando, e nel mondo ce ne sono tre generazioni abbastanza ben rappresentate, la verità è che questo computer ci mancherà.

Una di quelle separazioni senza lasciarsi che sono un paradosso doloroso e triste a tratti, ma come in tutte le cose della vita bisogna farsi forza e andare avanti. Il MacBook è qui con noi, destinato a invecchiare senza speranza.

Chissà cos’altro si inventerà Apple. Forse lo farà tornare con un altro schermo e processore, chissà. Per adesso, come è nostra tradizione, addio caro MacBook Retina 12, e grazie per tutto il pesce.

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