Marco Arment, sviluppatore di un’applicazione di un certo successo per iPhone e iPad denominata Instapaper (3,99 euro sull’App Store), ha scritto le sue opinioni sul nuovo Mac App Store, il negozio on-line per la vendita di applicazioni che dovrebbe debuttare nel giro di qualche mese per integrarsi poi in modo completo nel futuro Mac OS X 10.7 “Lion”.
Per Arment il nuovo servizio messo a disposizione da Apple è un’opportunità in particolare per i nuovi sviluppatori. A suo dire grazie a questo nuovo servizio vedremo tante applicazioni che non esistono al momento per Mac, mentre applicazioni classiche continueranno a vivere in modo indipendente al di fuori dello store on-line di Apple. Il programmatore pone varie questioni interessanti: gli sviluppatori dovranno vendere in esclusiva i loro prodotti sullo store? Quanto “diversa” dovrà essere un’applicazione venduta al di fuori dello store per non entrare in conflitto con il sistema di vendita on line? Agli sviluppatori sarà permesso di effettuare sconti vendendo l’applicazione al di fuori dello store? Come si comporterà Apple se uno sviluppatore decidesse di applicare sul proprio sito un prezzo inferiore rispetto a quello del Mac App Store? Sarà permesso distribuire applicazioni di prova che scadono dopo un certo periodo? Sarà implementato un sistema che consentirà agli sviluppatori di rilasciare a pagamento versioni aggiornate? Sarà possibile per gli utenti finali richiede un rimborso se non si è soddisfatti di un’applicazione? Sarà possibile gestire il “crossgrade” dalle versioni retail a quelle dell’App Store?
Arment ritiene che non sarà possibile utilizzare API riservate al pari dei quanto avviene per le applicazioni per dispositivi mobile, allontanando, ad esempio, dallo store gli sviluppatori di utility che modificano pesantemente il sistema. Nonostante i tanti dubbi, Arment vede lo store sotto una luce positiva: sarà un modo per i piccoli sviluppatori di farsi conoscere (così come si fa con l’iPhone, sarà possibile visitare lo store di tanto in tanto per conoscere le novità e conoscere applicazioni delle quali magari non si era mai sentito parlare), il prezzo medio delle applicazioni sarà molto basso e la concorrenza con i canali distributivi tradizionali si tradurrà in software a prezzi più bassi. “E’ vero”, dice Arment, “probabilmente il mercato sarà dominato da Angry Birds e applicazioni banali a basso costo” ma bisogna anche dire che sviluppatori con scarsi budget o poco tempo libero potrebbero avere su questa materia un punto di vista completamente diverso dagli sviluppatori tradizionali.
“Come utente Mac” dice infine lo sviluppatore “sono incredibilmente eccitato dalle potenzialità di questo mercato”.
[A cura di Mauro Notarianni]