Cupertino ha pubblicato una prima traccia delle linee guida che gli sviluppatori devono seguire per vedere ammesse e pubblicate le proprie App nell’appena annunciato Mac App Store, in arrivo tra 90 giorni. Si tratta di un lungo elenco delle cose da fare ma soprattutto un “formidabile elenco”, così come viene definito dalla stessa Apple, delle cose da non fare.
Le linee guida prendono in esame ogni aspetto delle app: dal funzionamento del software ai servizi erogati, passando per i contenuti, l’interfaccia grafica, i servizi di localizzazione, metadati, privacy e molto altro ancora. In generale la filosofia e l’approccio di stretta sorveglianza già messi in atto su App Store rimangono validi anche per il futuro Mac App Store. In fase di valutazione il personale Apple esaminerà attentamente ogni App per determinare se contenuti, funzioni e forma rispettano le linee guida di Cupertino. Così Apple precisa che verranno scartate le App che vanno in crash, che dopo la chiusura rimangono in esecuzione senza l’esplicito consenso dell’utente o semplicemente perché offrono una interfaccia utente giudicata non all’altezza da Cupertino.
Oltre che per assicurare una esperienza utente di alto livello numerosi punti richiesti da Apple mirano alla tutela degli utenti, dei minori e della privacy. In altri punti l’obiettivo più evidente sembra quello di mantenere isolato e felice l’ecosistema chiuso da sempre prediletto dalla Mela, come nel caso del divieto di citare le altre piattaforme hardware o software come per esempio Windows o Android. Oppure ancora il veto per app che utilizzano tecnologie opzionali da installare o deprecate. L’impiego di aggettivi o definizioni dai contorni non sempre precisi qui come in altri punti delle linee guida per Mac App Store rappresenta un ottimo punto di appiglio per le critiche da parte di osservatori e anche sviluppatori. E’ facile prevedere per Mac App Store, per le nuove linee guida e per il futuro processo di approvazione una bagarre mediatica simile a quella già avvenuta per l’App Store originale. Prevedibile anche che alcuni sviluppatori preferiranno continuare a distribuire le loro applicazioni in maniera differente; in particolare diverse realtà che usano estensioni del kernel (kexts) per fornire nuove funzioni al sistema operativo dovranno necessariamente evitare lo store. Secondo Macrumors questo tipo di software è escluso dall’offerta on line di Apple.
In conclusione ricordiamo anche due eccezioni che differenziano il Mac App Store dall’App Store per iOS: Cupertino vieta esplicitamente l’integrazione di un negozio all’interno delle App per Mac per la vendita in-app-purchase, un meccanismo invece possibile nelle App per iPhone, touch e iPad e anche molto apprezzato. Viceversa mentre su iOS le app non possono utilizzare plug-in ed estensioni queste operazioni saranno possibili nella App per Mac. Le prime linee guida per pubblicare app su Mac App Store sono già disponibili per la consultazione sul sito di Apple dedicato agli sviluppatori.