Apple vuole in monopolio della musica digitale e schiaccia i più piccoli ricorrendo a cause legali, minacce e intromissioni contrarie alla legge e alla concorrenza: sono queste in sintesi le ragioni contenute in una nuova causa legale avviata contro Apple da parte del costruttore taiwanese Luxpro. Quest’ultimo nel 2005 aveva presentato sul mercato un lettore MP3 che, esteticamente, ricorda molto da vicino l’iPod shuffle di Cupertino di prima generazione.
La causa legale di Luxpro arriva in seguito a una promessa del costruttore taiwanese di querelare Apple, risalente al gennaio del 2007, a sua volta in risposta a una querela di Apple contro il lettore taiwanese “troppo simile” all’iPod shuffle del 2005.
Nel documento di 19 pagine prodotto dai legali di Luxpro viene descritto come la strategia e il comportamento di Apple hanno mirato a distruggere le piccole compagnie in forte crescita, prima che queste siano in grado di raggiungere una dimensione critica nel settore della musica digitale.
Questo è quello che è accaduto con il lettore Luxpro descritto come obiettivamente diverso dallo shuffle, ricco di funzioni assenti nel player della Mela e che godeva, al momento del blocco imposto in seguito alla causa avviata da Apple, di un consistente successo commerciale internazionale, in particolare in Canada, Cina e anche negli Stati Uniti.
In pratica Cupertino non solo vincola la musica venduta tramite iTunes ai soli lettori di proprietà , bensì ha interferito più o meno direttamente nei contratti e negli accordi stipulati da Luxpro, anche in violazione delle leggi sulla concorrenza sleale.
In particolare a questo riguardo vengono citati due episodi: nel primo la contro-causa di Apple nei confronti di Creative per cercare di ottenere un accordo e utilizzare i brevetti dei lettori Zen nei propri dispositivi ancora una volta per sconfiggere i concorrenti. Nel secondo caso viene descritta una pressione esercitata da Apple per tramite di Asus per obbligare un importatore polacco a rinunciare a trattare i prodotti di Luxpro.
Tutte queste azioni di Cupertino, si dichiara infine, hanno impedito a Luxpro la quotazione del titolo in borsa, hanno bloccato accordi di distribuzione e vendite determinando la perdita di diversi mesi di vendite del lettore, nonostante la Taiwan Fair Trade Commission abbia esonerato Luxpro da qualsiasi colpa. La compagnia taiwanese richiede che l’ammontare complessivo dei danni subiti venga stabilito dal tribunale, diversamente dalle cause precedenti in cui Luxpro aveva espressamente richiesto ad Apple il risarcimento di 100 milioni di dollari.