Preoccupazioni sull’uso dell’AI e disfunzioni organizzative sono tra i motivi che avrebbero impedito finora di migliorare Siri, assistente sostanzialmente fermo da anni in termini di nuove capacità e funzionalità.
A riferirlo è il sito The Information affermando di aver parlato con ex dipendenti Apple che hanno lavorato nei gruppi aziendali che si occupano di Intelligenza Artificiale e machine learning, arrivando alla conclusione che la mancanza di ambizione e disfunzioni di natura organizzativa hanno ostacolato Siri e altre tecnologie IA di cui si occupa Apple.
Stando a quanto riferisce Wayne Ma del sito The Information, l’assistente virtuale di Apple è ampiamente denigrato da alcuni dipendenti all’interno dell’azienda per la mancanza di funzionalità e anche perché non si sono visti miglioramenti nel corso degli anni.
Nel 2018, la squadra che lavorava su Siri si sarebbe trovata a dover gestire una situazione disastrosa, con divergenze tra dirigenti senior e accese discussioni sulla direzione da intraprendere con l’assistente. Le persone a comando delle tecnologie legate a Siri non hanno voluto investire in strumenti che avrebbero potuto permettere di analizzare le richieste dell’assistente, e gli ingegneri che si occupano dello sviluppo non hanno potuto ottenere dettagli basici come ad esempio come, dove e quando gli utenti usano Siri, con ovvie perdite di tempo e denaro.
Alcuni dipendenti Apple avrebbero deciso di lasciare l’azienda di proposito, frustrati da decisioni lente e troppo prudenti sull’approccio alle nuove tecnologie IA, inclusa la possibilità di accedere a grandi modelli linguistici che sono alla base di chatbot come ChatGPT e affini. Il CEO di Apple, Tim Cook, avrebbe tentato personalmente di convincere gli ingegneri che si occupano di ricerche in Apple a rimanere in azienda, prima che questi lasciassero per andare a lavorare con Google.
Alcuni dirigenti avrebbero respinto proposte che avrebbero permesso a Siri di portare a termine veri e propri dialoghi con l’utente, affermando che soluzioni del genere sono difficili da controllare e comportano risposte ingannevoli. A tarpare le ali all’assistente vocale di Apple anche l’atteggiamento intransigente dell’azienda con la privacy, elemento che non consente di sfruttare a fondo vari meccanismi fondamentali per migliorare le possibilità di conversazione bidirezionale, con i dirigenti che spingono per l’elaborazione di funzione “on-device” (direttamente sul dispositivo dell’utente, senza passare da server dedicati).
Cook e altri dirigenti senior hanno richiesto cambiamenti in Siri per impedire risposte imbarazzanti, e l’azienda preferisce compilare elenchi di possibili domande e risposte facendo affidamento a un team di 20 persone anziché farle generare all’AI; tra le cose delle quali chi scrive questi elenchi deve tenere conto, anche evitare di fornire indicazioni su prezzi dell’iPhone (Siri spinge l’utente a verificare sul sito Apple).
Alcuni ingegneri Apple avrebbero trascorso mesi a convincere colleghi che si occupano di Siri che non tutte le risposte richiedono verifiche da parte di un essere umano, limitazione che rende impossibile avere una risposta un po’ per tutto, come sembrano essere in grado di fare ChatGPT e altri chatbot.
Nel 2019 il team che si occupa di Siri aveva messo sul piatto la possibilità di riprogettare l’assistente da zero creando un nuovo assistente, nome in codice era “Blackbird”; l’idea era di creare una versione leggera di Siri che avrebbe delegato la creazione di alcune funzioni agli sviluppatori di app e avrebbe potuto essere eseguito su iPhone, migliorando performance e privacy. Una dimostrazione di Blackbird sarebbe stata fatta ma il lavoro mostrato pare fosse in competizione con un diverso lavoro di alti dirigenti responsabili del miglioramento della capacità di comprensione e risposta di Siri. Il progetto alternativo, nome in codice “Siri X”, che doveva vedere la luce in occasione dei 10 anni di Siri, convogliando le idee degli altri colleghi, sarebbe stato pesantemente modificato per motivi di privacy.
Le notizie più recenti riferiscono che il gruppo che lavora sul visore per la Realtà Virtuale sarebbe rimasto deluso dalle dimostrazioni del team Siri e sulla possibilità di controllare l’assistente vocale dal visore, al punto che i primi avrebbero preso in considerazione metodi alternativi per permette all’utente di controllare il visore con la voce.
Le ultime notizie su Siri riferiscono del probabile arrivo dell’assistente nella Dynamic Island di iPhone 14 Pro.