Se oggi chiedi ad un ragazzino di dodici anni cosa vuol fare da grande e ti senti rispondere “Voglio lavorare a Cupertino” non puoi stupirti più di tanto: la connessione con il mondo delle App per smartphone è ormai nel DNA delle nuove generazioni.
Sentirselo dire 7 anni fa dal proprio figlio ceco della nascita avrebbe stupito però qualunque genitore che pur desiderando per lui il meglio sa che le difficoltà che deve affrontare ogni giorno fanno pensare piuttosto al raggiungimento di obiettivi più vicini e pratici.
Ma Karim oggi è qui ad Apple Park, la grande sede di Apple voluta da Steve Jobs, con sua mamma Lorenza che lo accompagna un po’ spaesata, lei che non parla inglese, per i grandi atri di questo immensa astronave.
Karim non poteva spostarsi da solo nella sua prima visita ad Apple Park e Apple gli ha messo a disposizione un assistente che lo accompagna nelle sessioni dirette con gli ingegneri nei luoghi a cui la madre non può accedere: è lei che mentre attende paziente sul ballatoio del terzo piano davanti alle vetrate che danno sul parco mi racconta la storia sua e di Karim.
Karim Gouda Said Hessan, questo il nome completo, è cieco dalla nascita ma nei primi mesi di vita Lorenza ha dovuto lottare per convincere i medici che si trattava di una condizione assoluta ed avere l’assistenza necessaria. Lorenza ha lavorato per diversi anni come infermiera ferrista all’ospedale Sant’Orsola di Bologna e ha imparato anche dal suo lavoro ad avere la precisione e la perseveranza che servono ad ottenere i risultati più insperati. Mi racconta delle sue battaglie per usare un Mac in un ambiente molto chiuso e governato, nel campo delle applicazioni e dei sistemi assistivi, da associazioni che tendono ad escludere chi vuole utilizzare software alternativo.
Karim è un paladino dell’open source ed è stra-convinto che si utilizzasse LaTeX per permettere la visualizzazione di formule ed espressioni matematiche le persone cieche avrebbero più opportunita di accedere allo studio delle materie scientifiche ma anche in questo campo sembra che gli ostacoli non vengano dalla tecnologia ma dall’uso esclusivo che se ne vuol fare, con alti costi per le famiglie.
In questi anni i genitori hanno spinto Karim ad impegnarsi non solo in ambito scolastico ma anche in un sacco di sport per sfidare se stesso e gli altri: in queste settimane sta lottando per ottenere i tempi necessari per guadagnarsi la partecipazione con la squadra paralimpica di nuoto a Parigi 2024.
Facendo uno strappo al rigoroso programma di allineamenti in piscina Karim ha vinto la paura di volare di Lorenza e sono partiti insieme per questa sorta di viaggio nel paradiso degli sviluppatori dove non solo ha potuto discutere della propria applicazione ma anche spiegare ad un pubblico più vasto il proprio progetto.
L’app che Karim ha portato qui a WWDC24 è KNGWorld per Mac, iPhone e iPad: una sorta di chiave d’accesso al suo mondo di appassionato pronto a sfruttare tutti gli strumenti che la tecnologia offre per superare le barriere che ostacolano chi non può vedere: gli spettatori sono in numero limitato per il momento ma il nostro è pieno di entusiasmo e determinatissimo a portare avanti i suoi progetti.
Oltre a scaricare l’app vi invitiamo a seguire questo video Youtube in cui il Karim spiega come farsi descrivere l’ambiente circostante con gli occhiali smart RayBan di Meta: Karim infatti non solo è un curioso sviluppatore ma anche un valido comunicatore e il video permette di conoscere, anche chi ha capacità visive intatte, il tipo di interazione necessaria per l’utilizzazione degli strumenti di accessibilità sui prodotti Apple.
A soli 19 anni i progetti di Karim sono tanti e ambiziosi ma il prossimo step oltre all’impegno con il nuoto è il completamento degli esami del primo anno del corso di Ingegneria e scienze informatiche all’università di Cesena. Ci sarà da lottare anche qui ma con tutta la carica dell’entusiasmo trovato qui alla WWDC24 i risultati non mancheranno.