L’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sta studiando misure per combattere i trucchi utilizzati per evadere il fisco praticati da svariate multinazionali e per la quali aziende come Apple, Google e Amazon e molte altre ancora sono sotto osservazione da mesi. Il francese Le Figaro, segnala che l’organizzazione intende smantellare la complessa rete basata sostanzialmente su meccanismi di scatole cinesi, partendo da uffici con pochi (o nessun) dipendente in nazioni sfruttando massicce agevolazioni sui profitti, trasferimenti di proprietà intellettuali e capitali. Nulla d’illegale e nulla che non facciano altre aziende, specialmente americane, ma qualche cosa che si trasforma in un ritorno enorme per le società in questione consentendo di evadere tasse sfruttando evidenti lacune nelle normative nazionali e internazionali. Molte di queste aziende (cfr. questo nostro articolo), erodono la base dell’imponibile grazie a spostamenti artificiosi degli utili in giurisdizioni maggiormente attraenti dal punto di vista fiscale (es. Irlanda), una strategia che ha tra i suoi elementi fondanti il cosiddetto Double Irish With a Dutch Sandwich, un sistema di cui Apple è stata una delle pioniere (è sfruttato anche a FaceBook, Google, Microsoft, Oracle e Pfizer per citare alcune) e che consistere nell’usare a suo vantaggio la ridotta tassazione irlandese, che vede l’istituzione di società sussidiarie, l’attivazione di un passaggio dei profitti in Olanda, il ritorno in Irlanda e in seguito un approdo in paradisi fiscali nei Carabi.
L’OCSE presenterà un progetto nel corso del G20 delle finanze che si terrà a Mosca il 15-16 febbraio, un piano che prevede la cooperazione di diversi stati invocati a impegnarsi per trovare il modo di bloccare i meccanismi di elusione utilizzati dalle multinazionali. La Francia (tra le prime nazioni a sollevare la questione), ha affidato a due ‘super-esperti’ in materia fiscale – Pierre Collin e Nicolas Collin – il compito di stilare delle raccomandazioni in materia.
[A cura di Mauro Notarianni]