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Lo sviluppatore di x264: ‘€œIl codec WebM di Google è un disastro’€.

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Il codec VP8 rilasciato ieri ufficialmente come open source da Google e denominato WebM è “un disastro”. Ad affermarlo è Jason Garrett-Glaser, sviluppatore indipendente conosciuto come “Dark Shikari” e autore del progetto open source X264 (per la codifica di video H.264). Garrett-Glaser afferma di aver avuto accesso alle specifiche, al software e al codice open source pochi giorni prima del rilascio ufficiale e dal punto di vista tecnico le sue perplessità si possono riassumere in tre punti-chiave: la bontà delle specifiche (le indicazioni dettagliate su come la tecnologia dovrebbe funzionare), la qualità dell’implementazione (il codice che esegue il lavoro) e quanto effettivamente il codec sia esente da problemi legati a brevetti proprietari.

“Le specifiche” dice Garrett-Glaser “consistono in gran parte in codice C incollato dal sorgente VP8 e arrivano a includere parti da completare, ottimizzazioni e hack” che poco hanno a che fare con delle vere descrizioni analitiche (“le specifiche non si realizzano”, dice lo sviluppatore “copiando e incollando codice in C”). “Ho espresso perplessità in merito alla prolissità delle specifiche H.264” dice Garret-Glaser “ma almeno queste sono precise”. Le specifiche VP8, al contrario, sono “lacunose, poco chiare, insufficienti” e manca la descrizione di varie parti. In alcuni punti non sono esplicitamente indicate determinate caratteristiche rimandando a parti di codice altamente ottimizzato “impossibile da comprendere senza riferimenti o altre spiegazioni”. 

Lo sviluppatore osserva che nonostante ON2 abbia affermato che il suo codec era il 50% migliore di H.264, tali affermazioni sembrano “assurde” e non sono state mai provate e tale percentuale è sicuramente sbagliata. Anche nel caso del codec VP7 si era affermato che esso era fino al 15% migliore di H.264 ma, pur essendo veloce, non era in realtà né più veloce, né di maggiore qualità.

A prescindere da quanto siano valide le specifiche, con l’open source si spera forse che la comunità di sviluppatori risolva i problemi d’implementazione, ma Garret-Glaser fa notare che per risolvere i problemi di Theora (un codec video basato sul VP3 di ON2) ci sono voluti sei anni. Altri commentatori rilevano come Google abbia rilasciato il codice ottenuto senza compiere sforzi nel mettere a disposizione un lavoro di qualità, dando per scontato che, dopo averlo reso disponibile, la comunità di sviluppatori ne risolvesse i problemi intrinseci, strategia che raramente ha funzionato in altre circostanze (è il caso, ad esempio, di Mozilla con il codice di Netscape e la piattaforma XUL per la riproduzione e la creazione di media player).

VP8 “è solo un po’ migliore del profilo H.264 baseline e di VC-1” afferma Garret-Glaser e “non è neanche lontanamente paragonabile con i profili Main e High di H.264” (l’H.264 ha profili multipli ognuno funzionante come encoder separato, caratteristica che rende il prodotto adatto a un’ampia varietà di task: il profilo “Baseline” è adatto al web e alla telefonia mobile, “Main” è per la TV a definizione standard e “High” e per le applicazioni che sfruttano l’alta risoluzione, come ad esempio il Blu-Ray).

Garret-Glaser lascia intendere che in vari punti VP8 copi H.264 nonostante la pretesa di codice libero da brevetti e conclude dicendo che “non è un formato pronto, non basta il copia&incolla di codice C per creare specifiche; l’encoder manca di varie caratteristiche, è pieno di bug e non hanno neanche finalizzato il beatstream” (il modo univoco e consistente di riferirsi a un particolare formato di file).

[A cura di Mauro Notarianni]

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