Qui, lasciatevelo dire chiaramente, i casi sono due. O c’è qualcuno che si ha fatto veramente prendere la mano, oppure c’è qualcosa che bolle in pentola ma che ancora non sappiamo. Però andiamo con ordine.
Un po’ di storia
Come molti di noi sanno, da tempo Apple sta cercando di uniformare le sue piattaforme: iOS, iPadOS e macOS, più il tanto negletto iCloud. L’allineamento avviene per funzioni più che trapiantando un sistema operativo al posto dell’altro. Cioè, partendo dall’assunto che, come hanno ripetuto più volte Tim Cook e Craig Federighi tra gli altri, l’obiettivo non è creare un computer unico, un iPad+Mac con interfaccia unica, la strategia è quella di far evolvere i vari sistemi operativi in modo che consentano di fare le stesse cose in maniera diversa.
Questo vuol dire, ad esempio, trovare soluzioni per fare in modo che una determinata operazione che si più fare con l’iPad si possa fare anche con il Mac ma senza usare l’interfaccia touch, e viceversa. Le funzioni sono complicate da allineare, i programmi anche, ci sono molte idiosincrasie (soprattutto macOS si porta dietro una montagna di cose, compresi bug, accumulati nel corso dei decenni) e insomma il lavoro è notevole.
La svolta di Ventura
Con macOS Ventura, che stiamo vedendo in beta pubblica da qualche settimana, e già dalla sua presentazione durante la WWDC dello scorso giugno (la prima in modalità “ibrida” a cui Macity ha potuto di nuovo e finalmente partecipare di persona), è apparso evidente che Apple sta accelerando sulla via dell’uniformità. Delle “convergenze parallele”, per citare un motto politico di alcuni decenni fa.
Una delle strade che è stata scelta è stata quella di toccare una delle funzioni centrali nella gestione di un sistema operativo, cioè il suo “pannello di controllo”. Quelle che una volta su Mac si chiamavano Preferenze di sistema e avevano una grafica antica e ben definita da vent’anni, adesso si chiamano Impostazioni di sistema e seguono le idee dell’interfaccia dell’iPhone, dove sono presenti da 15 anni. Però lo fanno in maniera strana, un po’ disturbante.
Il tradimento delle linee guida
Ecco perché è disturbante. C’è un documento fondamentale, che tutte le aziende che producono software o sistemi operativi, invia ad Apple. È un documento che viene utilizzato come se fosse una specie di Bibbia perché Apple ha il potere di integrare verticalmente tutto, dall’hardware al cloud, e quindi può utilizzare un meccanismo fortemente integrato nella sua interfaccia.
Questo documento si chiama “Human Interface Guidelines” ed è disponibile per tutti gli sviluppatori. L’obiettivo è avere un sistema coerente e chiaro, facilmente utilizzabile perché basato sullo stesso set di metafore, comandi, modi di organizzare le cose.
Ecco, proprio questo documento stabilisce che nell’interfaccia del Mac si debba utilizzare un tipo di meccanismo quando l’utente è davanti a una scelta: su iOS e iPadOS si utilizzano i Toggles, cioè gli interruttori, perché sono pratici da attivare con un dito, mentre su macOS, dicono le linee guida, si consiglia di utilizzare bottoni e checkbox al posto degli switch: “In generale, non si deve sostituire una casella di controllo con un interruttore. Se si utilizza già una casella di controllo nella propria interfaccia, probabilmente è meglio continuare a usarla.”.
Il tradimento? Beh, le Preferenze di sistema utilizzavano checkbox, caselle di controllo, per tantissime funzioni che adesso sono state riorganizzate seguendo la logica di iOS (e questo non è un male, anzi è più comodo) ma lo si è fatto implementando ovunque interruttori dove prima c’erano bottoni con la spunta.
Le ragioni di un tradimento
Perché Apple ha fatto questo? Le storie e le spiegazioni sono molte. Una è semplice: un modo veramente pigro di riprendere le specifiche di un’altra interfaccia. Per non sbagliare; il che vuol dire non sapere cosa è andato bene, e quindi non scegliere per non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Oppure per una scelta esistenziale: occorre fare bene e sino in fondo tutto quando.
Ma il terzo, possibile motivo è quello che sicuramente i teorici del complotto, gli amanti della cospirazione, preferiscono. Cioè che gli interruttori, che sono un tipico esempio di interfaccia da schermo touch, siano il primo passo verso un Mac con lo schermo touch, un Mac che si trasforma in iPad. Inutile stare a fare la lista di tutte le ragioni per cui questo, secondo i complottisti, sarebbe il vero piano di Apple. Fatto sta che, sino ad ora, non lo è. Verrebbe da dire: peccato. Per una volta sarebbe bello se esistessero gli Ufo, i microchip nei vaccini e l’ibrido Mac-iPad. Così, per cambiare.