Il mondo della tecnologia da polso è stato negli ultimi due anni un calderone in ebollizione, dove protagonisti più o meno famosi si sono avvicendati con prodotti da polso sinistro (smartwatch) o destro (smartband). In questo ambito abbiamo visto nomi nuovissimi e anche protagonisti di altri settori che hanno provato questa strada, ottenendo più o meno fortuna, spesso legata anche al livello di convinzione che hanno messo in queste avventure. Tra cui ha scommesso più carte, ottenendo anche risultati molto interessanti, c’è certamente Garmin,
Un tempo nota, almeno alle nostre latitudini, solo per essere una azienda che produceva navigatori GPS per auto, l’azienda americana ha saputo non solo distinguersi ma anche imporsi in un settore non di certo facile come quello della pratica sportiva lanciando GPS da polso uniti a funzioni smart e di tracciamento delle prestazioni, un ambito dove le esigenze sono molto verticali ma soprattutto dove non sono ammessi errori o mancanza di precisione. Poi ha trovato una strada altrettanto interessante con gli indossabili smart.
Garmin oggi si colloca oggi in un nicchia ancora a sè stante rispetto ad altri nomi, con un look più marcatamente sportivo e meno casual e “modaiolo” anche se le prospettive sono quelle di cambiare progressivamente e di fare un passaggio che la condurrà a competere direttamente con alcuni dei marchi che fanno anche del look il loro punto di forza, come ci spiega Silvia Schiapparoli, Marketing Manager Fitness & Outdoor Garmin Italia.
“Stiamo migliorando – ci dice nel corso di una nostra visita alla sede italiana che si trova a Milano – e in futuro sarà sempre meglio. In questo momento la cosa che ci distingue è la vasta e completa serie di device da polso di Garmin che vanno incontro ad ogni profilo di utente. I nostri sport dispositivi sono studiati per avere la forma, le funzioni e i pulsanti giusti al posto giusto, utili in tutte le gare dello sport». Una opinione che va ascoltata con attenzione quella di Silvia Schiapparoli, visto che nella vita privata pratica addirittura l’Ironman, una disciplina ben lontana dai più sfrenati sogni di chi scrive queste note.
Il polso dello sportivo
La linea parte da semplici smartband Vivofit (il cui nuovo modello vívofit 3, di cui abbiamo già parlato in occasione della presentazione al MWC, dovrebbe arrivare sul mercato proprio in questi giorni), anche con rilevazione del battito cardiaco come il vívosmart HR: oggetti che si lasciano portare tutti i giorni ma che mostrano comunque un rilevamento avanzato dei passi, calorie, battito cardiaco (anche istantaneo) e scale, oltre ovviamente alle notifiche smart grazie al display per SMS, email e avvisi di chiamata.
Nella parte smartwatch si parte dal vívoactive HR, ibrido smartband/smartwatch per poi salire partendo dai modelli Forerunner 25, il più economico, salendo poi per il Forerunner 230 che ha in più il GPS integrato e il display a colori, o il Forerunner 235 che incorpora anche un rilevatore di battito cardiaco e un accellerometro per una rilevazione dello stato fisico durante lo sport molto più accurata. Il modello Forerunner 920XT è adatto invece per chi fa più sport perché integra funzioni avanzate per il rilevamento e compatibilità con le fasce fascia HRM-Run o Cardio.
Più in alto troviamo la serie fēnix 3, uno smartwatch dal look importante e adatto sia a chi fa multisport ma soprattutto per chi fa passeggiate e corse in montagna. Dotato di GPS, display a colori, e con rilevazione del battito del polso nella versione HR è disponibile in diversi materiali e cinturini. Proprio un fēnix 3 sta al polso di Marco De Gasperi atleta italiano sei volte campione del mondo nella corsa in montagna: tra le sue imprese da ricordare record mondiale di velocità di salita e discesa della via Italiana del Monte Bianco stabilito lo scorso luglio in 6 ore, 43 minuti e 52 secondi.
Chiude la rassegna il modello epix, il primo smartwatch GPS cartografico per l’attività outdoor, che permette la lettura delle mappe anche in modalità offline, precaricate tramite l’App (da Mac o PC).
Interessante notare che il modulo GPS e il sensore di battito cardiaco sono prodotti di proprietà Garmin, sviluppati internamente: “Fare tutto in casa è nel nostro DNA” ci spiega Silvia “in passato abbiamo utilizzato dei sensori Philips per un breve periodo nei nostri primi smartwatch ma poi abbiamo deciso di sviluppare un sensore in casa, e adesso ne siamo molto orgogliosi”. Tutti i modelli condividono lo stesso OS, proprietario Garmin, e la stessa App: caratteristica da non sottovalutare, i vari modelli possono operare in contemporanea, ottimizzando la rilevazione (perché può capitare che uno smartband lo indossiamo sempre mentre lo smartwatch solo durante l’attività).
Nei prossimi mesi avremo modo di testare alcuni modelli tra quelli sopracitati per alcuni test più specifici.
Per chi volesse approfondire l’argomento Smartwatch con uno sguardo a tutta la produzione corrente raccomandiamo “SmartWatch 2.0”, il libro elettronico disponibile per iBooks Store oppure Amazon Kindle Store scritto da Matteo Discardi, autore di questa recensione.