Il Dipartimento di Giustizia americano, insieme a 30 procuratori generali statali e distrettuali, stanno cercando di smantellare Ticketmaster, la proprietà dietro Live Nation. La causa antitrust presentata nel Distretto Meridionale di New York accusa la società di aver creato un monopolio illegale nell’industria degli eventi dal vivo.
Per i querelanti il dominio di Live Nation starebbe danneggiato i fan, i promotori e gli artisti, portando a prezzi dei biglietti più alti, soffocando così l’innovazione e la concorrenza.
Live Nation possiede diversi locali e festival, oltre a vendere anche biglietti per concerti e festival. Non solo, gestisce molti degli artisti che si esibiscono. In altri termini, secondo l’accusa, Live Nation è proprietaria di molti locali in cui si esibiscono gli artisti che gestiti e di cui cura direttamente la vendita dei biglietti.
Già nel 2022, durante le difficoltà di Ticketmaster nel gestire la domanda travolgente per il tour di Taylor Swift “The Eras Tour”, si era riportato che il Dipartimento di giustizia americano stesse indagando sul comportamento di Live Nation, per capire se detenesse un monopolio all’interno del mercato della musica dal vivo. Il caos dei biglietti per Swift avrebbe portato, poi, a un’udienza antitrust al Senato.
La posizione del Dipartimento
Il DOJ sostiene che Live Nation ha stabilito una posizione dominante spingendo gli artisti a utilizzare i suoi servizi e minacciando i potenziali concorrenti nel campo della promozione musicale dal vivo. La compagnia è anche accusata di vincolare i locali con contratti lunghi ed esclusivi che impediscono loro di utilizzare piattaforme di biglietteria alternative.
Il Dipartimento di Giustizia afferma che Live Nation gestisce circa il 60 percento delle promozioni di concerti nei principali locali degli Stati Uniti, nonché circa l’80 percento della biglietteria nei principali locali in cui si svolgono i concerti.
Secondo quanto sostenuto dai ricorrenti, Live Nation sta cercato di escludere i concorrenti e proteggere il suo cosiddetto modello “flywheel”. Il DOJ descrive questo modello come un “modello di business auto-rinforzante che attira commissioni e ricavi dai fan dei concerti e dalle sponsorizzazioni, utilizzando tali ricavi per vincolare gli artisti a contratti di promozione esclusiva, per poi utilizzare il suo potente cache di contenuti dal vivo per firmare contratti di biglietteria esclusivi a lungo termine con i locali, avviando così nuovamente il ciclo.”
La fusione tra Live Nation e Ticketmaster
Una fusione tra Live Nation e Ticketmaster ha ottenuto il via libera da parte del DOJ nel 2010, anche se l’accordo era soggetto a condizioni. Successivamente, il Dipartimento di Giustizia ha scoperto nel 2019 che Live Nation aveva violato una delle condizioni imposto, ossia quella che vietava di “minacciare” i locali che sceglievano di utilizzare un concorrente di Ticketmaster.
La risposta pubblica di Live Nation non ha tardato ad arrivare. La società ha respinto le accuse di monopolio:
La caratteristica distintiva di un monopolista sono i profitti di monopolio derivati dai prezzi di monopolio. Live Nation non corrisponde in alcun modo a questo profilo. Le commissioni di servizio su Ticketmaster non sono più alte che altrove, e spesso sono più basse
Anche altre parti del governo hanno messo Live Nation e Ticketmaster nel mirino. La Camera dei Rappresentanti ha recentemente approvato un disegno di legge che obbligherebbe Ticketmaster e altre compagnie di biglietteria a mostrare il prezzo totale dei biglietti agli acquirenti in anticipo.
C’è un disegno di legge separato al Senato che mira a rendere più trasparente la tariffazione dei biglietti. In linea simile, la Federal Trade Commission ha proposto una normativa per vietare le commissioni nascoste che le compagnie, incluso Ticketmaster, aggiungono al prezzo totale al momento del pagamento.
Su quest’ultimo punto Live Nation e Ticketmaster hanno riferito già lo scorso anno che avrebbero iniziato a mostrare ai clienti il prezzo totale dei biglietti sin dall’inizio.