Starlink ha completato la prima costellazione di satelliti in orbita per connessioni dirette ai cellulari: anche l’Italia vuole salire a bordo della tecnologia del produttore e il governo sembra voler partire già da gennaio prossimo con i test. Così su vuole valutare se la connettività satellitare offerta possa rappresentare una soluzione efficace per accelerare la diffusione della banda larga nel Paese.
Il Governo è certamente preoccupato di non raggiungere gli obiettivi di rete a banda larga fissati dal Piano di Ripresa finanziato dall’Unione Europea e l’idea di impiegare le tecnologie offerte da Musk potrebbe essere una soluzione al problema.
I test fanno parte di un progetto pilota, i cui risultati sono attesi già entro marzo, e saranno aperti a diverse aziende, dunque non solo a Starlink. L’obiettivo è verificare se gli standard richiesti dal piano Internet possano essere soddisfatti anche tramite una combinazione di connessioni satellitari e in fibra ottica.
Al momento, Open Fiber e la rivale FiberCop, hanno cablato circa un terzo dei 3,4 milioni di edifici previsti dal piano italiano da 3,4 miliardi di euro, che dovrebbe essere completato entro giugno 2026.
Il rischio di ritardi è in parte legato alle difficoltà di connettere circa 450.000 edifici situati lontani dalle aree più popolate: Starlink potrebbe essere la soluzione ideale. Grazie ai suoi 6.700 satelliti attivi in orbita intorno alla Terra, che forniscono banda larga a bassa latenza a oltre quattro milioni di clienti in tutto il mondo, di cui circa 55.000 in Italia, potrebbe connettere anche gli edifici che non beneficiano al momento della fibra ottica.
Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti, gli operatori responsabili del programma italiano di diffusione della banda ultra larga potrebbero considerare anche i sistemi internet satellitari per raggiungere gli obiettivi di copertura.
L’idea è semplice: l’Italia potrebbe installare le cosiddette “Starlink community gateways” in alcune delle aree più remote, permettendo agli operatori della fibra di limitarsi a cablare l’ultimo tratto fino alle abitazioni.
I piani per coinvolgere Musk nella diffusione della banda larga hanno scatenato critiche da parte delle opposizioni, preoccupate per il rischio di affidare la sicurezza informatica italiana a un gruppo straniero al di fuori dell’UE.
Antonio Nicita, esponente del Partito Democratico (PD) all’opposizione, ha presentato un emendamento in parlamento per impedire a Musk e Starlink di avere un ruolo nel raggiungimento degli obiettivi del piano internet.
La proposta legislativa prevede che i gruppi che controllano piattaforme online, come X di Musk, non possano fornire servizi di connettività wholesale e retail, inclusa la connettività satellitare, sul territorio italiano.
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