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L’Italia prepara la sua web tax per Apple e i colossi hi-tech

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Di una web tax in Italia sentiamo parlare da tempo, almeno fin dal 2018 tra le proposte avanzate dal governo 5 Stelle e Lega, progetto rimandato a causa della caduta del governo in agosto, ma che ora potrebbe diventare realtà nella Legge di bilancio 2020 in fase di definizione. In Francia la web tax è in vigore già dall’inizio di quest’anno.

L’obiettivo è chiaro: evitare un ulteriore incremento dell’imposta sui consumi IVA attingendo a nuove fonti di entrata. In ogni caso ormai da anni la strategia fiscale delle multinazionali, non solo Apple e i colossi della tecnologia, è ritenuta eccessiva e criticata perché permette di trasferire fatturato e profitti in paesi con tassazione molto bassa o quasi nulla. Questo è naturalmente possibile per una serie di norme fiscali ormai datate, molte risalgono ai primi anni del ‘900, che non sono più in grado di regolamentare settori e colossi di oggi.

La proposta per la web tax in Italia sembra puntare a una imposta fissa del 3% su tutte le transazioni via Internet, con un meccanismo di autocertificazione per le società, con la possibilità per lo Stato di effettuare verifiche e controlli. Questo meccanismo dovrebbe applicarsi alle grandi società con un fatturato globale di almeno 750 milioni di euro e con servizi digitali in Italia per almeno 5,5 milioni di euro.

Apple e i colossi hi-tech pagheranno le tasse nei paesi dove operanoPaletti e linee guida rendono la proposta della web tax in Italia molto simile alle proposte avanzate negli scorsi giorni dalla Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, proposta formulata sull’invito di 134 nazioni che verrà discussa al prossimo G20 di Washington, come rileva Reuters. Da qui la condizione avanzata dal Governo, vale a dire quella di future modifiche della web tax in Italia in base alle normative in materia che arriveranno dalla Comunità europea.

Si stima che la web tax in Italia potrebbe portare a un gettito di 600 milioni di euro, somma sensibilmente inferiore alla manovra da 23 miliardi di euro nel caso in cui venisse aumentata l’IVA, rincaro che il Governo vuole evitare per non colpire ulteriormente la domanda interna già debole. Il progetto della Legge di bilancio 2020, inclusa la proposta della web tax in Italia, deve essere inviato alla Commissione Europea entro il 15 ottobre.

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