Nella Giornata della Terra, Lisa Jackson, Vice President Environmental Initiatives di Apple, è stata intervistata da John Gruber per il podcast “The Talk Show” nel corso del quale ha parlato di tematiche ambientali e in particolare degli sforzi che sta attuando Apple.
Nell’intervista la Jackson e Gruber hanno parlato degli effetti complessivi dei cambiamenti climatici e di come Apple si sta adoperando, facendo la sua parte. La dirigente della Mela ha parlato del nuovo, ambizioso obiettivo cui l’azienda mira: una filiera che non consuma risorse (ne abbiamo parlato qui).
Una filiera tradizionale è un sistema lineare: le materie prime vengono estratte e trasformate in prodotti, per finire nelle discariche al termine della loro vita utile. Poi tutto ricomincia da capo, e nuove materie prime vengono estratte per costruire nuovi prodotti. Obiettivo di Apple è invece costruire “una filiera a ciclo chiuso”, in cui si produce solo a partire da risorse rinnovabili o materiali riciclati. L’azienda ha da tempo già avviato programmi per garantire che i materiali non rinnovabili provengano da fonti responsabili, con standard molto severi e iniziative volte a promuovere miglioramenti sociali e ambientali. Ma la vera sfida è riuscire, in futuro, a non dipendere più in nessun modo dalle miniere.
Prima di tutto i clienti sono incoraggiati a riciclare i loro vecchi dispositivi attraverso il programma Apple Renew. L’azienda sta sperimentando tecniche innovative di riciclo, come la catena di smontaggio, una linea di robot che disassembla i dispositivi, consentendo di recuperare preziosi materiali e utilizzarli nei nuovi prodotti. È un obiettivo ambizioso che richiederà molti anni di collaborazione tra vari team Apple, fornitori e aziende specializzate nel riciclo ma la Jackson assicura che la Mela si sta dando da fare.
Apple è impegnata affinché tutti gli scarti prodotti dalla filiera vengano riutilizzati, riciclati, compostati o, se necessario, convertiti in energia. Degli impianti di assemblaggio finale, 17 su 18 hanno ottenuto la certificazione UL Zero Waste to Landfill essendo da gennaio 2015 riusciti a evitare che finissero in discarica oltre 240.000 tonnellate di rifiuti. Di recente questa iniziativa è stata estesa ad altri 25 fornitori.
La carbon footprint, le emissioni di gas serra causati dai processi di fabbricazione, è stata pari a 29.5 milioni di tonnellate, giacché tiene conto di un’ampia gamma di elementi come l’estrazione mineraria, trasporto prodotti e packaging. Apple tiene conto anche dell’elettricità usata dai suoi clienti quando calcola la sua carbon footprint.
La dirigente di Apple ha spiegato che la produzione dei dispositivi è l’area che al momento influisce di più sull’emissione ma che l’azienda sta lavorando per cambiare tutto ciò lavorando a stretto contatto con i fabbricanti. Lo scorso anno 3 nuovi fornitori si sono impegnati a sfruttare energie rinnovabili al 100%, portando a sette il numero di fornitori che vedono Apple impegnata ad arrivare al 100% di prodotti realizzati con processi di fabbricazione che sfruttano energia al 100% sostenibile.
“Anche se non abbiamo nostre miniere o relazioni con società minerarie” spiega la Jackson, “valutiamo i processi di estrazione e trasformazione dell’allumina dall’inizio al termine, fino all’uso nei prodotti”. “In effetti, includiamo nella nostra carbon footprint l’elettricità che utilizzate come utenti Apple, perché non usereste tale elettricità se non fosse per Apple. Dall’inizio alla fine, fino al riciclo”.
L’intervista completa è a questo indirizzo. Gli argomenti trattati sono interessanti e consentono di comprendere come tutte le risorse più preziose del pianeta, come l’acqua e la carta, sono rinnovabili se gestite in modo responsabile.