Sembra che per Apple stia per suonare l’ora della resa dei conti con l’Unione Europea e la faccenda sarebbe davvero problematica. Secondo il Financial Times, infatti, domani Cupertino sarà condannata dall’UE a pagare quei miliardi (fino a 19) in tasse eluse mediante un accordo illecito con l’Irlanda.
La vicenda, notissima, parte dal presupposto che la Repubblica dell’arcipelago britannico avrebbe stretto un patto “ad hoc” con Cupertino per incentivarne l’insediamento sul suo territorio. In base al patto, Apple avrebbe ottenuto un regime fiscale esclusivo che si configura come un vero e proprio aiuto di stato. Secondo questo regime, sarebbero stati miliardi gli euro risparmiati in tasse che sarebbero dovute finire nelle tasche non solo dell’Irlanda ma anche di altri paesi che in assenza del regime fiscale agevolato, avrebbero legittimamente potuto competere con l’Irlanda sul piano dell’efficienza o della localizzazione dei servizi, convincendo in base a questo, Apple a insediarsi sul loro territorio o a operare con differenti modalità logistiche.
Apple, scrive Bloomberg, ha sempre negato con decisione di usare espedienti tributari e l’Irlanda a quanto pare è determinata a lottare contro conclusioni negative, pronta a difendere il codice delle imposte per le multinazionali che ha portato aziende come Alphabet (Google) e Facebook a Dublino.
Le voci del Financial Times, pur non ancora ufficiali, hanno messo in agitazione il governo Irlandese che ha seguito con Apple le stesse procedure che aveva seguito per altre imprese come Facebook, Google, Microsoft, Starbucks, Fiat Chrysler, Amazon, IKEA e McDonald’s – solo per fare qualche esempio – e che quindi teme di vedere minata alle fondamenta uno dei pilastri della sua economia.
“Riteniamo di non avere offerto nessun aiuto di stato ad Apple” ha affermato Eoghan Murphy, viceministro delle finanze irlandesi parlando delle voci secondo le quali in settimana la Commissione europea chiederà ad Apple di versare tasse arretrate che nel peggiore dei casi potrebbero arrivare fino a 19 miliardi di dollari. “Al riguardo è nell’interesse del paese difendere la nostra reputazione internazionale”.
“Sentenze che parlano di aiuti di stato da parte dell’Irlanda rimetteranno probabilmente in risalto il regime fiscale del paese” dice Dermot O’Leary, economista del Goodbody Stockbrokers di Dublino; “ad ogni modo l’indagine della Commissione fa riferimento a due sentenze pronunciate nel 1991 e nel 2007. Bisognerà capire in che misura la decisione finale riguarderà l’attuale codice tributario irlandese e le condotte precedentemente emendate”.
Qualche giorno addietro il Dipartimento del Tesoro USA ha accusato la Commissione europea di volersi erigere ad “autorità fiscale sovranazionale”, con misure protezionistiche al di là dell’applicazione di accettabili regole in materia di concorrenza e aiuti di stato. Gli Stati Uniti hanno già in precedenza accusato Bruxelles di voler imporre sleali e “inquietanti” precedenti prendendosela con le aziende statunitensi e mettendo a rischio gli accordi globali in tema tributario.