L’Irlanda incasserà 13 miliardi di euro da Apple, quale multa inflitta dalla commissione europea per tasse non pagate. La decisione risale allo scorso anno, ma ha suscitato polemiche e strascichi, che non accennano a diminuire nemmeno dopo le ultime dichiarazioni del ministro delle finanze Irlandese.
Dura la dichiarazione del ministro Paschal Donohoe, che ha dichiarato apertamente come l’Irlanda non è un esattore per conto di altri, difendendo l’operato della multinazionale di Cupertino, che non avrebbe, a detta delle due parti coinvolte, violato alcuna legge, né irlandese, né tantomeno europea. Lo stesso ministro ha poi specificato che il regime fiscale agevolato, dal quale è derivata la sanzione, non era di certo ricamato su Apple, ma che si applicava anche ad altre aziende del settore.
E così, l’Irlanda incasserà i 13 miliardi di Euro che Apple dovrà pagare secondo la Commissione Europea, più interessi, ma li conserverà nell’attesa che intervenga la decisione di appello presso la Corte di Giustizia europea. Il Paese è dunque pronto a restituirli nel caso di una vittoria per Apple.
In ogni caso, quale che sia la decisione della Corte di Giustizia, sembra che Apple dovrà fare a meno di sfruttare i regimi agevolati attraverso l’Irlanda. Ed infatti, sia l’Unione Europea, che altri paesi appartenenti alla stessa, stanno insistendo sul fatto che i profitti delle aziende dovranno essere dichiarati nei paesi in cui sono state effettuate le relative vendite.
Il conflitto ha generato opinioni forti da entrambe le parti, con una marcata divisione tra la posizione statunitense e quella europeo. Dal canto suo, Cook aveva già detto la sua nel settembre scorso:
Non abbiamo mai chiesto, né tantomeno ricevuto alcun trattamento speciale e ora ci troviamo in una posizione anomala: ci viene ordinato di versare retroattivamente tasse aggiuntive a un governo che afferma che non gli dobbiamo niente più di quanto abbiamo già pagato