Dispositivi come iPad e iPhone sono molto utilizzati dai medici professionisti e citando Doximity, descritto da Forbes come una sorta di “LinkedIn per i dottori”, dei 300.000 iscritti al network, l’85% di questi ha un iPhone e tende a passare ai nuovi modelli molto velocemente.
“I medici amano iPhone” dice il Dr. Nate Gross, co-fondatore di Doximity. “Lo vediamo dalle schermate delle app quali le calcolatrici mediche usate per condividere e confrontare dati”. Basandosi sui dati relativi al tasso di adozione del 2012 per iPhone 5 e del 2013 per iPhone 5c e 5s, l’iPhone 6 sarà adottato rapidamente, anche in virtù dello schermo più grande, dei sensori migliorati e per l’integrazione del co-processore M8. Secondo Gross un terzo dei membri di Doximity passerà ai nuovi iPhone già nelle prime sei settimane dalla disponibilità negli USA. Tra i medici lo smartphone di Apple è il più popolare, senza distinzione di età, sesso, specializzazione.
Tra i motivi per i quali il telefono di Apple è apprezzato: la stabilità, l’affidabilità della piattaforma iOS, la grande disponibilità di app per la medicina, l’integrazione possibile con hardware e soluzioni software di terze parti. Di particolare interesse con l’arrivo di iOS 8, Salute che consentirà di raccogliere le informazioni definite dall’utente dalle varie app per la salute e i diversi dispositivi di fitness per fornire una panoramica direttamente nell’app. Le API HealthKit offrono agli sviluppatori la possibilità di far comunicare fra loro le app per la salute e il fitness.
Con l’autorizzazione dell’utente, ogni app può usare informazioni specifiche da altre app e offrire una gestione più completa della salute e del benessere. Sarà possibile raccogliere e monitorare i parametri di fitness usando app come MyFitnessPal, RunKeeper e Strava. I professionisti che offrono assistenza sanitaria avranno inoltre la possibilità di monitorare i dati che i pazienti scelgono di condividere tramite app come quelle della Mayo Clinic o di Epic, che verrà usata fra gli altri dal Duke Medicine e dallo Stanford Children’s Health.