L’iPad l’abbiamo ornai visto ovunque: a tavola e nei concessionari di automobili, in barca e sull’aereo, l’abbiamo usato come navigatore e come sistema di illuminazione, come guida turistica e per leggere libri. Lo abbiamo anche scorto nelle mani di chi lo usa per pregare, ma certamente in pochi immagineranno che negli Stati Uniti lo si usa anche dentro al confessionale. A portare il tablet di Apple dentro, ma forse sarebbe meglio dire, nei pressi di uno dei luoghi più intimi della religione cattolica è Little i Apps, una società americana che ha avuto l’idea di utilizzarlo per guidare l’esame di coscienza per chi si accosta al sacramento della penitenza.
L’applicazione (non la prima di questo tipo, certo quella che si propone in maniera più esplicita dal punto di vista dottrinale) che dovrebbe trasformare iPad in uno specchio della propria anima, aiutando il fedele a guardare dentro a se stesso prima di affidarsi alla cura del sacerdote, si chiama piuttosto esplicitamente Confession: A Roman Catholic App. A prima vista, se non si volesse avvicinare troppo il contenuto, apparirebbe dal punto di vista dell’interfaccia una normale applicazione come ce ne sono tante altre: sobria grafica in bianco, rosso e nero, rullo per la selezione delle date e una interfaccia a schermate accostate, tipica di tanti programmi per iPad. Ma se si scorrono le varie opzioni e i testi (tutti in lingua inglese, almeno per ora) non si può non cogliere la differenza; attraverso un processo di personalizzazione che inizia dalla dichiarazione di età, sesso, vocazione (single, sposato, sacerdote o religioso) si viene introdotti ad un cammino preparatorio alla confessione, dall’esame di coscienza agli atti di contrizione, passando per data dell’ultimo sacramento e preghiere. Ci sono persino le parole da dire al sacerdote per introdurre la confessione e come chiudere la stessa.
Lo sviluppatore, a scanso di equivoci, sottolinea in primo luogo che non siamo di fronte ad un sistema di confessione elettronica; che nessuno, insomma, pensi di vedersi rimessi i propri peccati semplicemente selezionando qualche menù. In secondo luogo si snocciolano i titoli: l’app non è frutto di qualche improvvisato orecchiante della religione cattolica, ma è stata creata in collaborazione con il reverendo francescano Thomas G. Weinandy, direttore esecutivo del segretariato della dottrina e pratica pastorale della conferenza episcopale degli Stati Uniti e con il reverendo Dan Scheidt, parroco della parrocchia della Regina della Pace di Mishawaka, in Indiana. E come se questo non bastasse ha anche l’imprimatur, prima applicazione ad avere ricevuto questo sigillo, di un vescovo: monsignor Kevin C. Rhodes della diocesi di Fort Wayne – South Bend, sempre in Indiana; c’è persino la firma del Censor Libroum ovvero del garante della coerenza dottrinale dell’applicazione Monsignor Michael Heintz che ha concesso il Nihil Obstat. Insomma siamo praticamente di fronte ad un vademecum perfettamente legittimo per la confessione, uno strumento simile a quelli che chi è religioso e ha qualche anno sulle spalle è stato abituato a vederne fin da piccolo; la differenza sta nell’interattività e ne fatto che è finito dentro ad uno dei più moderni dispositivi informatici.
Se qualcuno tra coloro che legge pur apprezzando l’iPad ha sempre rifiutato l’idea che sia in grado di fare miracoli come qualche volta è parso professare Steve Jobs può sicuramente continuare a pensarlo, ma almeno dovrà ammettere che grazie a questa applicazione è se non altro in grado di elevare l’anima ed incamminare alla santità. Resta da capire se il un parroco vedendo arrivare un membro della sua comunità dentro al confessionale con in mano un iPad (o un iPhone, visto che l’app è Universal) la penserà allo stesso modo. Se pensate di avere l’approvazione del vostro sacerdote o padre spirituale, la potete comprare a 1,59 euro.
