Anche LinkedIn (Microsoft) sale sul treno dell’intelligenza artificiale AI: alcuni algoritmi adesso sono in grado di suggerire cosa scrivere nel box in cui si descrivono le proprie esperienze lavorative, andando così a completare il proprio profilo.
Non si tratta di inventare competenze che non si posseggono per rendere il profilo più interessante ad un maggior numero di imprese: l’AI generativa infatti ha il solo scopo di rendere più semplice la compilazione di quei campi chiave del profilo che – dice LinkedIn – talvolta si è «scoraggiati» dal completare, prima tra tutte le sezioni “Informazioni” e “Titolo” presenti nella parte superiore del profilo.
Perciò da questo momento è possibile farsi aiutare dal nuovo strumento chiamato “Migliora” tramite cui gli abbonati a LinkedIn Premium possono generare descrizioni ad hoc basate sulle informazioni scritte nelle caselle in cui si riportano le precedenti esperienze di lavoro e di studio.
Lo strumento utilizza le stesse tecnologie che OpenAI impiega con ChatGPT (le stesse usate anche da Microsoft) e ha il preciso scopo di preservare «la propria voce e il proprio stile» attingendo dalle esperienze e dalle abilità lavorative, ma ci mette anche del suo “intuendo” quel che rende buono un profilo su LinkedIn.
Per metterne in evidenza le potenzialità, l’azienda ha mostrato anche un’anteprima (l’immagine qui sopra) di un box “informazioni” scritto dall’AI che racconta in prima persona l’esperienza lavorativa di un individuo facendola sembrare quasi l’inizio di una lettera di accompagnamento ad un curriculum vitae.
Futuri utilizzi di AI in LinkedIn
Per ora gli algoritmi si fermano a queste due sezioni, ma l’azienda dice di essere già al lavoro con alcuni test sull’impiego della stessa tecnologia di AI generativa per le descrizioni delle inserzioni di lavoro. Ai responsabili di personale e assunzioni basterà digitare il titolo di lavoro, il nome dell’azienda e pochi altri dettagli di base e il sistema creerà una bozza dettagliata con una descrizione della mansione che risulterà quanto più pertinente con ciò che si sta effettivamente cercando.
Allo stato attuale – dicono – l’utente deve comunque rivedere il testo per verificarne l’accuratezza, ma si tratta comunque di un modo per risparmiare molto tempo in quelle attività che possono risultare spesso noiose e ripetitive.
Non è la prima volta che LinkedIn si lascia trascinare dall’AI generativa: di recente ha introdotto gli articoli collaborativi, che si basano su una combinazione di testo scritto dall’intelligenza artificiale e contributi di “esperti” di LinkedIn, e sta già aggiungendo anche nuovi corsi online dedicati all’argomento. E già dal 2015 invece si affida all’AI per molte delle sue funzioni: una tra tutte la messaggeria istantanea. Maggiori notizie sull’intelligenza artificiale in questa sezione del nostro sito.