L’IEEE Computer Society – la più grande società tecnica di professionisti dell’informatica nel mondo – ha messo al bando una immagine, una fotografia scattata nel 1972 alla modella svedese Lena Forsén, pubblicata sulla pagina centrale della rivista Playboy e usata per fare prove con le prime immagini digitalizzate (tecnologie che hanno portato, ad esempio, alla nascita del formato JPEG).
La foto in questione – nota come “Lenna” – è leggendaria per via di una serie di caratteristiche tecniche (colore, struttura); fu scelta tra gli addetti ai lavori dell’epoca perché la cosa sembrava divertente, e una porzione fu digitalizzata dal ricercatore Alexander Sawchuck e dal dottorando dell’University of Southern California Signal and Image Processing Institute con un primitivo scanner, eliminando la nudità presente nell’immagine originale. È ritenuta in poche parole la prima foto scansionata ed è quella usata per testare un algoritmo per la compressione delle immagini.
Dopo la prima digitalizzazione, l’immagine cominciò a circolare, convertita in informazioni digitali, usata come riferimento e test vari, sfruttata in lezioni e articoli accademici.
Forsén, la modella della foto, ha in passato lavorato per Kodak, posando per test di macchine fotografiche e calibrare rullini, per tornare anni dopo in Svezia. Nel 1997 fu invitata a partecipare alla 50esima conferenza annuale della Society for Imaging Science in Technology per celebrare la storia delle immagini digitali.
Nel 2019 il documentario “Losing Lena” criticò l’uso che per anni fu fatto dell’immagine della modella; Forsén spiegò che si era ritirata da molti anni e che era arrivato il momento che venisse «ritirata dalla tecnologia», chiedendo di smettere di usare la sua immagine, diventata ormai una sorta di meme tra i geek.
Dopo il documentario, una parte del mondo accademico decise di non sfruttare più “Lenna” e ora l’IEEE Computer Society ha messo al bando l’uso di questa immagine, riferendo che non accetterà più l’invio di articoli con l’immagine in questione.
Terry Benzel, Technical & Conference Activities Vice President dell’IEEE Computer Society ha ribadito in una mail la necessità di sensibilizzare il mondo accademico sull’abuso che si è fatto di questa immagine chiedendo agli autori di usare alternative.