Licenziare Tim Cook? C’è un analista di Global Equitie che vorrebbe le dimissioni del CEO di Apple. Si chiama Trip Chowdhry e più di una volta ha auspicato l’abbandono di Cook poiché, a suo dire, lui e Peter Oppenheimer (Chief Financial Officer in partenza da Cupertino), hanno sminuito il valore delle azioni della Mela.
L’analista lamenta che dalla presentazione dell’iPhone 5 a oggi le azioni di Apple sono al ribasso e poco sembra aver gradito la restituzione di altri 7,7 miliardi di dollari in cash agli azionisti attraverso i dividendi e riacquisti azionari nel corso del trimestre di dicembre (una mossa che ha portato i pagamenti totali effettuati nell’ambito del programma di ritorno del capitale a oltre 43 miliardi di dollari, secondo quanto dichiarato a gennaio da Peter Oppenheimer).
Trip Chowdhry non solo vuole solo sbarazzarsi di Cook, ma propone un piano che prevede il rientro di due ex uomini Apple: nominare amministratore delegato (CEO) Jon Rubinstein e direttore finanziario (CFO) Fred Anderson, due personaggi che hanno contribuito, con Steve Jobs, a guidare la società verso uno spettacolare recupero.
Jon Rubinstein è un ex manager di Apple passato poi a Palm (a sua volta acquisita da HP), considerato uno dei padri della generazione “moderna” dell’hardware di Cupertino oltre che per diverso tempo manager della divisione iPod (quella che studiò e partorì il primo iPhone); era considerato l’architetto del rinnovo tecnologico di Palm dove aveva guidato la ricostruzione della piattaforma hardware e studiato le linee guida intorno a cui era stato edificato WebOs, interessante ma sfortunato sistema operativo dalla vita travagliata (ora nelle mani di LG). Si dice che Rubinstein si allontanò da Apple per la scelta di abbracciare l’architettura Intel e disaccordi con Tony Fadell (“papà di iPod”).
Fred Anderson, già responsabile delle operazioni finanziarie di Apple, si è dimesso dal consiglio d’amministrazione di Apple nel 2006 dopo essere stato per anni il CFO (chief financial officer), ruolo che poi è passato a Peter Oppenheimer. Anderson si dimise a conclusione di un’indagine svolta internamente sul cosiddetto caso stock option: irregolarità riscontrate in quindici casi fino al 2002.
Rubinstein, pur essendo un uomo di notevolissime capacità tecniche, non si è dimostrato all’altezza nel suo nuovo ruolo in Palm, trasformando quella che era un tempo un’azienda florida, in un disastroso fallimento commerciale (tanto che alla fine il consiglio di amministrazione fu costretto a cedere tutto a HP). Ora è nel consiglio di amministrazione di Amazon e si dice sia uno dei personaggi che manovrano le file dietro la Fire TV, dispositivo recentemente presentato dal big del commercio elettronico.
Non si capisce ad ogni modo cosa si potrebbe imputare a Cook: nel solo ultimo trimestre dell’anno fiscale 2014, conclusosi il 28 dicembre 2013, l’azienda ha annunciato un fatturato trimestrale record di 57,6 miliardi di dollari e un utile netto trimestrale di 13,1 miliardi di dollari.
La destituzione auspicata da Mr. Chowdhry (che ha ripetuto il suo mantra a gennaio, marzo, aprile e di nuovo qualche giorno addietro) non sembra ad ogni modo aver attecchito o stuzzicato le idee di altri analisti. Insiste, ma in pochi sembrano volerlo ascoltare. Per ora Mr. Cook può dormire sonni tranquilli….