Che cosa sta succedendo alla nostra società? Secondo alcuni autori stiamo andando in una direzione che non porterà a niente di buono. Una direzione pericolosa in cui la tecnologia e la ricchezza si intrecciano in una maniera perniciosa.
In questa introduzione alla riflessione critica sui problemi di oggi abbiamo cercato non tanto di specchiare le nostre posizioni quanto di fare un giro di tavolo per capire quali sono i termini del discorso. E sono venute fuori molte sorprese.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
I persuasori occulti
Cominciamo con un vero classico. Quando nel 1957 Vance Packard, quarantatreenne insegnante di giornalismo all’Università di New York, rivelò al grande pubblico americano e a quello di tutto il mondo che l’alleanza sempre più stretta tra analisi e pubblicità minacciava subdolamente, ma scientificamente, la libertà d’opinione su qualsiasi argomento, venne arruolato nella schiera dei più grandi allarmisti.
Ancora oggi, a tanti anni di distanza, questo libro è un testo urticante con cui fare i conti. Quante previsioni si sono avverate? Perché sì? Perché no? All’edizione originale, nel 1989, lo stesso Packard ha aggiunto un epilogo, che amplia ulteriormente il suo discorso.
Psicologia delle Folle: il più antico manuale sulla manipolazione mentale di massa, con una nuova espansione sulle folle digitali
Possiamo immaginare che ci sia un tentativo di manipolare le persone su lafghissima scala? La propaganda fa questo e anche la pubblicità cerca di persuadere al medesimo scopo.
Uscito nel 1895, e nonostante sia oggi un libro quasi dimenticato, questo testo di Le Bon è stato letto da chiunque abbia ottenuto e mantenuto il potere nel Novecento: Churchill, Mussolini, Lenin, Roosevelt, solo per fare qualche nome.
Si dice che perfino Hitler ispirò la propria propaganda alla Psicologia delle Folle. Sappiamo con certezza che Goebbels (il secondo uomo più importante in Germania durante il Terzo Reich e, non caso, ministro della Propaganda) aveva studiato a menadito l’opera di Gustave Le Bon.
Ma chi pensa che questo libro sia solamente un manuale tecnico della grande manipolazione mentale di massa avvenuta nel Novecento, con il quale chi deteneva il potere ha portato persone disattente ad accettare l’inaccettabile, si sbaglia: questo libro dimenticato può e deve diventare un potente strumento di autodifesa che oggi è più necessario che mai.
Propaganda. Come manipolare l’opinione pubblica
Un altro classico del genere. Alla fine degli anni venti, qualche mese prima del Grande crollo di Wall Street, Edward L. Bernays, nipote di Freud, emigrato da un paio di decenni in America, scrive un manuale su come orientare l’opinione pubblica: questo libro.
Un testo crudo nella sua sincerità, che tocca non solo il modo di vendere prodotti che il mercato non è ancora pronto ad accettare, ma che considera la politica al pari di una merce qualsiasi, mostrando il modo di influenzare i risultati elettorali e quindi i meccanismi decisionali che stanno alla base della democrazia. A partire da questo saggio illuminante, Bernays farà una carriera di “spin doctor” straordinaria.
Diventerà il dottore dell’età del consumo e lo stratega finissimo nel lanciare le mode. Sarà consulente ascoltatissimo delle strategie industriali della American Tobacco Company, della Dodge, della General Motors, dei grandi trust dell’energia. Ma anche dell’Associazione degli industriali americani che combatterono il New Deal di Roosevelt.
E nel dopoguerra, in piena Guerra fredda, divenne il suggeritore del colpo di stato antisocialista in Guatemala, pur di difendere i minacciati interessi della United Fruit, attraverso una influente operazione di lobbying al Congresso americano. Inutile dire che il suo insegnamento e le sue riflessioni teoriche sono ancora di grande attualità, in una fase quale quella odierna segnata dalle nuove macchine di propaganda “sovraniste”. Un libro che non vende “prodotti” ma idee per farlo.
Neoliberismo e manipolazione di massa: Storia di una bocconiana redenta
Acceettate questa provocazione: un libro autobiografico che spiega la storia di una manipolazione. è rivolto a tutti coloro che vogliano affrontare un percorso di disvelamento delle menzogne e degli inganni che si celano dietro l’attuale modello socio-economico.
Sentiamo spesso parlare di neoliberismo, ma in modo confuso e approssimativo, per lo più stigmatizzato come la causa di tutti i mali attuali. Per capire appieno di cosa si tratta è necessario scrollarsi di dosso le categorie tradizionali e adottare un approccio interdisciplinare. Il neoliberismo, infatti, non può essere compreso limitandosi a un’analisi economica, liquidato semplicisticamente come la supremazia totale del libero mercato e della concorrenza.
Esso rappresenta piuttosto una scienza immanente, una teoria del tutto, che permea ogni aspetto della società contemporanea con la potenza di una religione. Attraverso la sua indiscussa egemonia, realizzata con un’abile e capillare propaganda, le élite sono riuscite a realizzare definitivamente il loro sempiterno progetto: dominare i popoli e le masse.L’economia è stata snaturata dalla sua natura di scienza sociale rivolta all’uomo e dal suo legame diretto con l’economia reale, virando verso la finanza che, nata come supporta all’attività di produzione, è divenuta il fulcro del sistema neoliberista.
La società dello spettacolo
Un grandissimo classico. L’intuizione di Guy Debord risale agli anni ’50: l’intero sistema economico, sociale e politico del capitalismo moderno stava dando mano a una trasformazione dell’individuo di epocale e devastante portata.
«Oggi constatiamo che la trasformazione si è attuata, le profezie del situazionista Debord si sono realizzate e ci troviamo immersi in una spettacolarità generalizzata, da intendersi come elemento unificante e rappresentativo di un teatro di guerra permanente, frutto maturo della globalizzazione capitalistica in cui centrale e predominante è l’epica delle merci e delle loro passioni».
La fabbrica del consenso. La politica e i mass media
La riflessione di un grande maestro. Noam Chomsky assieme a Edward S. Herman. Questo libro è una dimostrazione, chiara e illuminante, di come la manipolazione delle notizie da parte del potere – politico, economico e culturale – plasmi l’opinione pubblica.
Un’opera che vuole farsi portatrice di un’accusa ferma e inquietante: anche nei paesi considerati fari della democrazia, l’indipendenza e la neutralità dei media sono costantemente minate. Ovunque, ci rivelano Chomsky e Herman, la comunicazione, anche quella considerata più imparziale, cela sempre in sé la morsa della propaganda.
Gli esempi citati sono molteplici: nelle elezioni in Nicaragua dei primi anni ottanta, l’intromissione degli Stati Uniti era giustificata dalla narrazione di uno stato meno democratico dei paesi confinanti; nel complotto Kgb-Bulgaria per l’uccisione di Giovanni Paolo II, i media hanno strumentalizzato la disinformazione; lo stesso è accaduto nelle guerre di Indocina, in cui per la prima volta nella storia l’esito di un conflitto non è stato deciso in battaglia ma sulla carta stampata e sugli schermi televisivi.
Secondo la seminale analisi di Chomsky e Herman, sono i potenti a fissare le premesse del discorso pubblico: sono loro a decidere che cosa dobbiamo vedere e di cosa dobbiamo dibattere, su cosa polarizzarci e cosa sottostimare, e tutto questo grazie al regolare controllo sui media, i quali presentano così il mondo in accordo con i loro interessi economici. Ovunque non si vigila sull’informazione, ci ammoniscono gli autori, da cane da guardia della democrazia essa si trasforma in giullare delle élite: e quando la nostra libertà sarà in pericolo, non ci aiuterà una risata.
Connessioni pericolose: I fili invisibili che guidano gli adolescenti in rete tra capitalismo della sorveglianza e algoritmi
A chi fa effetto la tecnologia, la manipolazione, la propaganda? Ai giovani. Secondo l’autrice siamo dominati dalla catena di montaggio algoritmica del capitalismo digitale (o della sorveglianza). Un dominio talmente sofisticato e potente da passare inosservato e indurci a sé come una sorta di canto delle sirene.
La connessione digitale è ormai un mezzo di partecipazione sociale necessario, ma può anche essere strumentalizzata a scopo di lucro. Il saggio invita a riflettere sulla necessità di una maggiore consapevolezza riguardo alla realtà complessa del web contemporaneo. Spiega il funzionamento dell’economia dell’attenzione, ritenuta pervasiva dall’autrice e capace di manipolare gli individui, inconsapevoli materia prima del nuovo capitalismo. L’economia predatoria di cui si parla nel testo si avvale di nuovi agenti sociali, gli ALGORITMI, intelligenze artificiali capaci di agire in autonomia anche oltre il controllo dei propri creatori, per raggiungere l’obiettivo economico dato.
Le nuove generazioni, nate e cresciute in questo contesto, corrono i rischi maggiori, in particolare sullo sviluppo psico-sociale, sulla costruzione della personalità, sul sistema di valori. Gli algoritmi per catturare l’attenzione degli utenti filtrano le informazioni (bolle di filtraggio) e creano, per ogni singolo individuo, le cosiddette stanze dell’eco, una sorta di micro-mondi nei quali vengono confermate le proprie credenze e cancellate quelle contrarie.
Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri
Una volta evocato, il famosissimo libro di Shoshana Zuboff, non si può fare a meno di metterlo al centro, tanta è la sua potenza. L’era che stiamo vivendo, caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti della tecnologia, porta con sé una grave minaccia per la natura umana: un’architettura globale di sorveglianza, ubiqua e sempre all’erta, osserva e indirizza il nostro stesso comportamento per fare gli interessi di pochissimi – coloro i quali dalla compravendita dei nostri dati personali e delle predizioni sui comportamenti futuri traggono enormi ricchezze e un potere sconfinato.
È il “capitalismo della sorveglianza”, lo scenario alla base del nuovo ordine economico che sfrutta l’esperienza umana sotto forma di dati come materia prima per pratiche commerciali segrete e il movimento di potere che impone il proprio dominio sulla società sfidando la democrazia e mettendo a rischio la nostra stessa libertà. Il libro di Shoshana Zuboff, frutto di anni di ricerca, mostra la pervasività e pericolosità di questo sistema, svelando come, spesso senza rendercene conto, stiamo di fatto pagando per farci dominare.
Il capitalismo della sorveglianza, un’opera già classica e un libro imprescindibile per comprendere la nostra epoca, è l’incubo in cui è necessario immergersi per poter trovare la strada che ci conduca a un futuro più giusto – una strada difficile, complessa, in parte ancora sconosciuta, ma che non può che avere origine dal nostro dire “basta!”
Come distruggere il capitalismo della sorveglianza
Cory Doctorow, giornalista, attivista, scrittore, non pone problemi ma propone (con una certa enfasi) delle soluzioni. Anche in questo caso. Infatti, subito dopo aver appreso che esiste un problema chiamato “capitalismo della sorveglianza”, cioè il business del controllo, dell’estrazione e della vendita dei dati degli utenti che è esploso con l’ascesa dei giganti tecnologici Google, Apple, Facebook e Amazon, ecco subito le sue idee per distruggerlo.
E se il capitalismo della sorveglianza non fosse un capitalismo disonesto o una svolta sbagliata presa da alcune aziende deviate? E se il sistema funzionasse esattamente come previsto e l’unica speranza di ripristinare un web libero fosse quella di combattere direttamente il sistema stesso?
Doctorow sostiene che l’unica possibilità che abbiamo è distruggere i monopoli che attualmente costituiscono il web commerciale così come lo conosciamo, per tornare a un web più aperto e libero, in cui la raccolta predatoria dei dati non sia un principio fondante.
Crea la tua VPN: Una guida passo dopo passo
Vi chiederete, cosa c’entra un libro di tecnologia e programmazione in una lista di libri su politica e società? C’entra, c’entra. Questo libro è una guida passo passo per creare il tuo server IPsec VPN, OpenVPN e WireGuard. Basato su 10 anni di lavoro open source utilizzato da milioni di utenti, questo libro ti aiuterà a creare la vostra VPN in pochi minuti, anche se non avete mai configurato un server o utilizzato una VPN prima. E vi servirà, in futuro. Ah, se vi servirà.
La moda
Non poteva mancare uno o due fuori sacco a questa lista dei migliori di Macity molto molto speciale. E abbiamo pescato qualcosa di particolare, che parla di moda, come dice la parola stessa qualcosa di fondamentale alla vita delle persone al punto che vi aderiscono (o la rifiutano) acriticamente.
Il volume è un piccolo ma intenso saggio di Georg Simmel del 1910 e rappresenta un importante contributo per gli studi sui fenomeni della moda. La moda, come fenomeno sociale omnicomprensivo, anche se a volte solo accennato, ha sempre interessato i più attenti pensatori ed osservatori della realtà che li circondava.
Simmel ha una propria diversità nell’affrontare questo tema che lo rende unico e un punto di riferimento imprescindibile per chi voglia comprendere un fenomeno spesso mistificato, relegato nella fatuità, superficialità, leggerezza. Un testo che non appare, nonostante il secolo intercorso, datato, ma rimane affascinante nella sua analisi e lettura.
Nudge. La spinta gentile
Altro fuori sacco della lista dei migliori di Macity, che va nella direzione opposta, per fortuna. Ogni giorno prendiamo decisioni sui temi più disparati: come investire i nostri soldi, cosa mangiare per cena, con quale mezzo di trasporto raggiungere il centro città. Spesso facciamo scelte sbagliate. Mangiamo troppo o usiamo la macchina quando potremmo andare a piedi.
Siamo esseri umani, non calcolatori perfettamente razionali, e siamo condizionati da troppe informazioni contrastanti, dall’inerzia e dalla limitata forza di volontà. È per questo che abbiamo bisogno di un “pungolo”, una spinta gentile che ci indirizzi verso la scelta giusta: di un nudge, insomma, come l’hanno battezzato l’economista Richard Thaler e il giurista Cass Sunstein.
L’idea di Thaler e Sunstein è semplice ma geniale: per introdurre pratiche di buona cittadinanza occorre imparare a usare a fin di bene l’irrazionalità umana. E i campi di applicazione sono potenzialmente illimitati. Dopo la prima edizione gli autori hanno riscritto il libro da cima a fondo, affidandosi alle loro esperienze dentro e fuori il governo e l’accademia, con moltissime ulteriori intuizioni su un’enorme quantità di problemi che affrontiamo tutti i giorni: dalla salute alle finanze personali, dai risparmi per la pensione ai pagamenti con la carta di credito, fino allo sludge, cioè le scartoffie e le altre seccature che eviteremmo volentieri. Il tutto onorando una delle regole fondamentali del nudging: divertirsi.
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