The Document Foundation ha annunciato LibreOffice 3.5, la terza major release della suite libera per ufficio. La nuova versione è il risultato della collaborazione tra gli sviluppatori a tempo pieno – il gruppo più numeroso di hacker esperti del codice di OOo – e gli sviluppatori volontari, coordinati dall’Engineering Steering Committee. A detta della fondazione, nel corso di 16 mesi, una media mensile di 80 sviluppatori ha prodotto più di 30.000 modifiche al codice, introducendo nuove funzionalità. Ecco le più importanti:
Writer
– un nuovo correttore grammaticale per l’inglese e diverse altre lingue
– nuove funzionalità tipografiche, per documenti dall’aspetto professionale
– una finestra interattiva per il conteggio in tempo reale di parole e caratteri
– una nuova interfaccia utente per intestazioni, interruzioni e piè di pagina
Impress / Draw
– l’importazione fedele di custom shape e Smart Art da file PPT/PPTX
– l’embedding di multimedia/palettes dei colori nei documenti ODF
– la possibilità di cambiare display nello schermo del presentatore
– nuove terminazioni delle linee all’interno dei diagrammi
– il filtro di importazione per Microsoft Visio
Calc
– supporto fino a 10.000 fogli in ogni documento
– una nuova area d’inserimento multi-linea
– nuove funzioni conformi alle specifiche ODF OpenFormula
– importazione più veloce dei file di altre suite per ufficio
– numero illimitato di regole per la formattazione condizionele
Base
– un nuovo driver nativo per database PostgreSQL
Con la nuova versione di LibreOffice, viene attivata la funzione di aggiornamento online con la quale è possibile informare l’utente della presenza di una nuova versione della suite. “Abbiamo ereditato un codice di 15 anni, dove le funzionalità non venivano sviluppate e i bug non venivano risolti per evitare di creare problemi, e questo – nel tempo – ha creato un debito tecnologico importante”, ha dichiarato Caolán McNamara, senior developer di RedHat, membro del Board of Directors di TDF. “Avevamo due opzioni: una conservatrice, che avrebbe conquistato gli utenti ma non avrebbe avuto nessun impatto positivo sul codice sorgente, e una più aggressiva di rinnovamento del codice e sviluppo di funzionalità, che avrebbe creato qualche problema di stabilità nel breve periodo ma che nel lungo avrebbe regalato agli stessi utenti un software sensibilmente migliore”.
“In sedici mesi, abbiamo ottenuto risultati incredibili – commenta Michael Meeks, distinguished engineer di SUSE, anche lui tra i fondatori e i membri del Board of Directors di TDF -con quasi trecento sviluppatori completamente nuovi per il progetto, attratti dalla licenza copyleft, dall’assenza di copyright assignment e da un gruppo particolarmente accogliente. Oltre alle funzioni visibili, essi hanno tradotto in inglese decine di migliaia di commenti in tedesco, rimosso migliaia di metodi obsoleti o non più usati – in qualche caso, intere librerie – e creato una suite di test automatizzati. Nonostante ci sia ancora molto da fare, gli utenti – che in qualche caso si sono lamentati per la stabilità del software, perché non erano al corrente del debito tecnologico con cui stavamo lottando – oggi godono di tutti i vantaggi di una suite più pulita e leggera, e ricca di funzionalità”.
LibreOffice 3.5 è la prima versione in cui viene riconosciuto il contributo delle comunità e delle associazioni locali, come ALTA in Brasile. Inoltre, TDF ha cercato di offrire un riconoscimento a tutti i volontari – quando è stato possibile identificarli – che hanno contribuito alla release 3.5, con un attestato (“hacking” o “bug hunting” hero) consegnato lo stesso giorno dell’annuncio.
The Document Foundation invita gli utenti più smaliziati a installare LibreOffice 3.5, e gli utenti più prudenti a proseguire con LibreOffice 3.4. Gli utenti aziendali sono invitati a migrare a LibreOffice con il supporto di una struttura in grado di assisterli nel processo di migrazione, formazione degli utenti, supporto e manutenzione. The Document Foundation fornirà una lista di organizzazioni certificate per questi servizi professionali.
[A cura di Mauro Notarianni]