ItaliaOnline rimborserà gli utenti delle mail di Libero e Virgilio colpiti dai disservizi dei giorni scorsi, ma le modalità appaiono poco chiare. In una nota pubblicata tra le pagine di aiuto, il 2 febbraio la società ha infatti spiegato che i problemi sono stati completamente risolti e, con la riapertura delle caselle cominciata progressivamente già dal 26 gennaio e il pieno ritorno alla normalità, ha confermato l’intenzione di fornire un ristoro «con modalità diverse a seconda dei servizi sottoscritti».
Dei ristori se ne erano già occupati AltroConsumo e il Codacons che, a quattro giorni dal blocco delle email, nel citare «danni materiali e morali», avevano comunque predisposto un modulo online per fare ricorso e richiedere il rimborso. Ora che ItaliaOnline ha dichiarato apertamente di voler procedere in questa direzione non dovrebbe più esserci il bisogno di compilarlo, ma la situazione è ancora bollente.
Il problema
Nella nota infatti spiega che «le tipologie di ristoro saranno comunicate nei prossimi giorni attraverso messaggi recapitati alle caselle e-mail di tutti i nostri utenti», e questo è bastato per far scattare l’Unione per la Difesa dei Consumatori (U.Di.Con), che in un comunicato stampa pubblicato il giorno successivo scrive:
Apprezziamo l’intento di ItaliaOnline Spa nel voler fornire un risarcimento economico a tutti gli utenti del servizio di posta di Libero e Virgilio coinvolti nel grave disservizio degli scorsi giorni. Tuttavia le risposte fornite risultano insoddisfacenti soprattutto per quanto riguarda i ristori.
Quel che lamenta il Commissario Straordinario Martina Donini è che se da un lato la società conferma l’intenzione di offrire i ristori, dall’altro non chiarisce né i criteri né le modalità per ottenerli. Il punto è che viene messa nero su bianco una differenziazione tra i vari utenti e le comunicazioni saranno gestite singolarmente e in privato, cosa che sostengono essere tutt’altro che egualitaria.
Cosa si chiede
«I consumatori meritano criteri chiari e trasparenti e non dei messaggi privati che possono sfuggire ad ogni valutazione oggettiva in punto di equità e parità di trattamento» tuona Donini, che in tutta risposta chiede di rendere noto ai consumatori, «in maniera puntuale e non riservata, i criteri e le modalità di ristoro che intende porre in essere». Non solo vanno chiariti – scrive – l’ammontare degli indennizzi, ma devono dettagliare anche i criteri con cui si intendono ristorare i danni particolari «derivanti dal mancato utilizzo della mail, l’eventuale suddivisione dei ristori in base ai servizi fruiti e se l’erogazione è prevista su richiesta o in modalità automatica».
Il caso di Libero e Virgilio che ha creato non pochi problemi a chi usa le email anche per lavoro è raccontato qui.