La Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento dal quale si apprende che Uber ha accettato di essere monitorata per i prossimi 20 anni in merito alla gestione e all’uso dei dati personali degli utenti. L’azienda nota perché fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’app che mette in contatto passeggeri e autisti, avrebbe fuorviato le modalità di accesso alle informazioni personali di clienti e autisti.
L’FTC ha scoperto che Uber usava un suo sistema automatizzato per monitorare l’accesso permettendo ai dipendenti di accedere “impropriamente” alle informazioni sulla clientela. I fatti si riferiscono a un periodo di un anno e nove mesi: se ne è cominciato a parlare nel 2014 e da allora Uber avrebbe “raramente” monitorato dati che sarebbero dovuti rimanere riservati.
A peggiorare la questione è che Uber non ha ha conservato in modo sicuro i dati, elemento che ha portato a una intrusione nel maggio 2014, anno nel quale l’azienda subì il furto di 100mila nomi e numeri di patente degli autisti. Uber è stata costretta ad adottare un nuovo programma di privacy. Pratiche e policy in materia di privacy verranno ispezionate entro 180 giorni e poi ogni due anni per i prossimi 20 anni.