Internet un bene primario, alla stregua dell’acqua e dell’energia elettrica. Lo ha stabilito la Federal Communications Commission (FCC), la Commissione che negli Stati Uniti si occupa di regolamentare le comunicazioni. Di net neutrality si è molto parlato negli ultimi mesi negli USA. Il provvedimento approvato vieta l’esistenza di reti a velocità migliore per chi è disposto a pagare di più e i provider dovranno trattare il traffico che passa dalle loro infrastrutture allo stesso identico modo, indipendentemente da dove questo è diretto. I fornitori non potranno offire maggiore velocità a chi è disposto a pagare di più.
A sostenere la neutralità della rete, la Casa Bianca e le grandi aziende che si pccupano di tecnologia; non è mancato l’appoggio anche da parti di figure del web come il padre di internet Tim Berners-Lee e il papà dei Creative Commons Lawrence Lessig. Anche il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, ha definito il voto dell’FCC “una vittoria”. Google (che da qualche tempo opera anche come provider gestendo fibra ottica) nelle ultime settimane aveva espresso perplessità sulle nuove norme, rimarcandone ad ogni modo l’utilità. Sembra che poche ore prima del voto il presidente dell’authority abbia rivisto la sua bozza integrando all’ultimo minuto alcuni suggerimenti arrivati da Big G. Ad avversare la scelta, provider di servizi quali Verizon e Comcast. A questo proposito curiosa la risposta di Verizon: un post in codice morse sul suo blog e un comunicato composto usando un carattere stile vecchia macchina da scrivere evidenziando quello che è, a suo modo di vedere, un modo antiquato di intendere la tecnologia, come ai “tempi del vapore”.