La vicenda dell’iPhone di San Bernardino ha tenuto banco per diversi mesi nel 2016, dopo il continuo tira e molla tra FBI e Apple, che si è però risolto in un nulla di fatto. E’ ormai storia, infatti, che l’Ufficio Federale di Investigazione statunitense sia riuscito a recuperare i dati del dispositivo senza l’aiuto di Cupertino, servendosi di società e strumentazioni terze.
Dopo la Freedom of Information Act, e le cause intentate da tre organizzazioni americane per avere informazioni su come l’FBI sia riuscita nell’accesso, su quanti soldi pubblici sono stati impiegati e su quali dati l’iPhone contenesse, il dipartimento ha finalmente dato risposta, con un documento di 100 pagine, in cui però nasconde i fatti chiave.
Anzitutto, il corposo documento non rivela quale sia la società assunta dall’FBI, che è riuscita nell’impresa di bucare il dispositivo Apple. Questa informazione viene tutt’ora etichettata come segreta. Ciò nonostante, l’Ufficio Federale spiega che ben tre diverse società hanno fatto offerte per ottenere il lavoro, ma chi effettivamente è stato coinvolto nello sblocco non potrà pubblicizzare l’accaduto in virtù di un contratto di non divulgazione, che imporrebbe il pagamento di pesanti penali.
In passato, comunque, si è ipotizzato che fosse stata Cellebrite, società israeliana, a sbloccare l’iPhone di San Bernardino, addirittura dietro il pagamento di 1 milione di dollari. Il report fu poi oggetto di smentita, mentre si fece strada l’ipotesi che fosse stato addirittura un privato, rimasto sempre anonimo, ad aiutare il dipartimento di Giustizia nell’impresa. In ogni caso, quel che ad oggi sembra essere certo, è che l’iPhone dell’attentatore non ha portato alla luce informazioni importanti sull’accaduto.
Inoltre, mentre è terminata la battaglia legale tra FBI e Apple per la questione di San Bernardino, il futuro potrebbe tornare a raccontare storie simili: come riferisce la redazione di CNET, l’FBI sta valutando le opzioni legali, nonché tecniche, per ottenere l’accesso a un altro iPhone, appartenente ad un uomo incriminato per aver accoltellato 10 persone in un centro commerciale nel Minnesota.