Una volta si andava in Australia in cerca di fortuna, ora si cerca un rilancio della carriera di manager. Potrebbe essere questa la lettura della notizia secondo cui Stephen Elop, l’ex amministratore delegato di Nokia che ha portato la divisione Devices & Services dell’azienda finlandese nelle mani di Microsoft, è stato assunto con l’incarico di “strategy chief” dal carrier australiano Telstra.
Elop, 52 anni, comincerà a lavorare per l’operatore in questione dal 4 aprile di quest’anno operando da Stati Uniti e Australia e rapportandosi con Andrew Penn, CEO del carrier australiano. Ricordiamo che oltre a essere stato dirigente di Nokia, Elop è stato direttore delle consulenze presso Lotus Development Corporation prima di diventare CIO per Boston Chicken nel 1992. Nello stesso anno, si unì al dipartimento Web/IT di Macromedia dove ha lavorato per sette anni, diventando CEO per tre mesi prima dell’acquisizione da parte di Adobe.
Nel 2011 con una lettera ai dipendenti aveva definito Nokia una “piattaforme in fiamme” ammettendo anche alcune colpe, spiegando che era fondamentale “cambiare atteggiamento” e che Apple aveva “stravolto il mercato ridefinendo il concetto di smartphone e attraendo sviluppatori verso un ecosistema chiuso, ma molto potente”. E ancora: “Il primo iPhone uscì nel 2007 e, ad oggi, non abbiamo ancora un prodotto che si avvicini alla loro esperienza d’uso”.
A settembre del 2013 Microsoft ha acquistato i cellulari Nokia e il marchio Lumia per 5,44 miliardi di euro rilevando le attività ‘devices e service’ dell’azienda. Elop era stato nominato capo del gruppo dispositivi mobili e servizi di Microsoft, un ruolo di grande prestigio e responsabilità, e per un breve periodo, era stato in predicato di diventare CEO di Microsoft. Secondo gli amanti delle teorie complottistiche il dirigente era stato nominato CEO di Nokia, provenendo da Microsoft (dove era capo della potentissima divisione business che si occupa di Office), con il preciso scopo di far fallire i piani di rilancio di Nokia, già allora in difficoltà, così da agevolare la cessione a Microsoft.
In realtà se questo obbiettivo, riuscito, fosse stato mai reale, a Redmond non ci fu una grande riconoscenza per la “missione compiuta”. Elop non è mai riuscito ad avere un ruolo di vero leader in Microsoft e nel 2015 è stato licenziato senza troppe cerimonie.