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Recensione Leviathan mini, il piccolo altoparlante Razer

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Mouse, Tastiere, Computer, PowerUnit, Diffusori, Webcam, Activity Tracker e Smartwatch: da marchio di nicchia con il focus al mondo dei videogiochi a brand di spicco nel panorama non solo informatico ma anche di tendenza con prodotti a ben più ampio raggio, ma con una qualità nei dettagli impeccabile che ha contribuito a rendere Razer leader nelle scrivanie in un tempo davvero brevissimo.

Ultimo nato è il Leviathan mini, un piccolo diffusore portatile, adatto alle situazioni più disparate: diversamente dal fratello maggiore Leviathan, pensato da Razer come soundbar adatta al mondo dei videogiochi, questo modello mini è molto più casual, pensato tanto per un ascolto in ufficio o in camera quanto per un pic-nic al parco o una domenica in spiaggia (non appena ce ne sarà l’occasione).

Dettagli, l’arma del diavolo

Il primo esame di ogni prodotto Razer inizia, come sempre, dallo spacchettamento: al pari di Apple anche Razer ha una filosofia tutta sua per quel che riguarda la confezione. La scatola in cartone accompagna un imballo fatto con una cura maniacale, con tanto di libretto di istruzioni e presentazione del prodotto, nonché il cavo MicroUSB per la ricarica e una busta in tessuto intrecciato che serve a proteggere il Leviathan durante il trasporto.

Fuori dalla scatola il diffusore è un parallelepipedo irregolare di colore nero, con il logo Razer metallizzato posto frontalmente, a fianco ai due pannelli da 45mm frontali, che fanno capolino al radiatore passivo ospitato nella parte posteriore. La forma irregolare lo piega leggermente verso l’alto quando posizionato in orizzontale mentre non ha problemi per il posizionamento in verticale.

Nella parte sopra trovano posto i comandi di regolazione del volume, sempre di colore nero ma comunque ben visibili (e in rilievo) e un pulsante multifunzione centrale, che al pari di quello presente nelle cuffie di iPhone permette di controllare la riproduzione con clic successivi, dalla pausa all’avanzamento a tutti gli altri comandi.

Sul lato destro abbiamo il pulsante di accensione e per il pairing Bluetooth, il connettore di ricarica, l’ingresso cuffie e il microfono per il vivavoce. Il pulsante multifunzione superiore si illumina di verde quando il diffusore entra in modalità vivavoce e di rosso quando la comunicazione è terminata.

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Alla prima accensione il Leviathan entra subito in modalità pairing in attesa di un accoppiamento: allarmi sonori permettono di riconoscere lo stato del dispositivo, anche l’approssimarsi della fine della batteria interna (quest’ultima fase aiutata anche dal colore rosso che accompagna il tasto di accensione, altrimenti verde). Nel lato opposto c’è il sensore NFC (ben visibile) , che permette il pairing con un device Android compatibile.

La durata della batteria è stimata in otto ore, che sono raggiungibili tranquillamente con un utilizzo medio, mentre in stand-by siamo arrivati senza problemi anche a fine giornata, quindi 16-18 ore di ascolto non continuo sono concretamente raggiungibili.

Interessante la possibilità, se avete due Leviathan mini, di eseguire l’accoppiamento in modalità stereo: attività che da un lato ha un certo aspetto social ma che può risultare molto interessante in un gruppo di amici in cui ognuno porta un diffusore e una singola sorgente, come ad esempio uno smartphone, può far suonare due device assieme sincronizzati e con audio suddiviso in modo logico.

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Leviathan mini, non chiamatelo piccolo

L’ascolto del Leviathan offre un suono colorato, pieno, corposo: le qualità migliori si sentono nei toni medi e bassi, in modo da offrire un timbro sonoro abbastanza caratteristico. Inevitabile che il risultato migliore arrivi da brani particolarmente ricchi di toni bassi, tuttavia abbiamo apprezzato l’audio anche con motivi più dettagliati, come ad esempio qualche colonna sonora e performance dal vivo.

Stuzzicati dal marchio, ci siamo anche fiondati nel testare il diffusore come patner in alcune sessioni di gioco da iPhone (Boom Beach, Breackneck e il bellissimo Monument Valley) per scoprire come un buon comparto audio cambi radicalmente l’esperienza di gioco, anche sul piccolo schermo.

Durante l’ascolto abbiamo utilizzato in modo esclusivo il canale Bluetooth (con supporto aptX) e ancora oggi, nonostante il lavoro che facciamo, stupisce un po’ l’apprendere come questo canale riesca a trasportare l’audio in modo così impeccabile, sia per quanto riguarda la musica che il vivavoce anche se in quest’ultimo caso il volume del microfono è sembrato un po’ basso. Ad ogni modo è presente un jack per l’ingresso analogico.

Molto interessante il volume che riesce a raggiungere il Leviathan: seppure segnato da una forma compatta e apparentemente robusta (ma non abbiamo fatto test in merito), sensazione data anche da un peso importante di 538 grammi, il volume massimo appare più che generoso rispetto alle dimensioni veramente contenute di 54 x 185 x 55mm. Per fare un confronto, supera agevolmente il volume delle casse integrate dell’iMac e la nostra sensazione è che sia superiore ai principali concorrenti.

(Ben) più di un piccolo soundbar

Benchè il nome e il marchio possano trarre in inganno, il Leviathan mini si discosta molto dal fratello maggiore offrendo un comparto audio più contenuto ma un carattere nomade decisamente più marcato.

La qualità del prodotto, al pari di tutta la linea Razer, è impeccabile in ogni dettaglio mentre il suono appare più portato per suonare musica ritmata in una festa tra amici che un assolo di lirica. Il prezzo è in linea con le aspettative e soprattutto va a braccetto con i principali concorrenti: chi è un fan Razer di certo non può non guardare questo accessorio con un occhio particolare, ma rappresenta un prodotto interessante anche per tutti gli altri utenti, anche lontani dal mondo dei videogiochi.

 

Pro:

  • Compatto e robusto
  • Come tutti i prodotti Razer, eccelle nella cura dei dettagli
  • L’utilizzo dei bassi è forte e corposo

Contro:

  • Su alcuni brani le frequenze alte sono un po’ sacrificate

Prezzo: 169,99 Euro

 

Leviathan mini è disponibile attraverso le principali catene della grande distribuzione.

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