Poche volte come questa l’evento autunnale di Apple ha attratto così tanta attenzione e sguardi da parte degli osservatori esterni. Cosa farà quell’azienda che con Tim Cook ha trovato uno straordinario esecutore e uomo di gestione ma che sta lentamente diminuendo il suo impatto innovativo? Quali sorprese riusciranno a sconvolgere le regole degli eventi rigidamente organizzati (iPhone in autunno, iPad in primavera) e cambiare passo per rimettersi davanti a una concorrenza aggressiva come non mai (Google, Samsung, ma anche Microsoft e i cinesi di Lenovo e Huawei, oltre ai taiwanesi di Asus)?
Sono domande alle quali il sette settembre arriverà (forse) una risposta. Così come arriverà una risposta alla ridda di rumors, di indiscrezioni circolate in questi mesi e settimane. Il Bill Graham Civic Auditorium di San Francisco darà una risposta.
La prima domanda, cioè se ci sarà un iPhone 7, è abbastanza scontata. Due iPhone e non tre: versione 7 e versione 7 Plus. Altamente improbabile la versione Pro di cui si è brevemente parlato. Sarà, si dice, un apparecchio di transizione, che preparerà alle meraviglie del 2017. In realtà da quel che si è appreso negli ultimi giorni le novità, anche se esteriormente non si vedranno molto, non saranno poche e quindi potrebbe essere non del tutto corretto ritenerlo semplicemente “6bis”. Tale potrebbe essere solo per la scocca, oramai sicuramente molto simile all’attuale, dato che circolano anche le prime cover. Ma se davvero avrà una videocamera a doppia ottica e con possibiltà di refecus in stile Lytro, questo da solo potrebbe stimolare molti appetiti. Il resto dovrebbero farlo la memoria da 32 a 256 gigabyte, bottone “Home” aptico e una serie di sensori e di componenti migliorate. Sarà anche il primo iPhone impermeabile. Interessante anche la scelta di usare solo una uscita Lightning per l’audio, il che prelude a molte novità anche nel settore delle cuffie e delle periferiche.
Invece, quasi sicuro che venga “compresso” nell’evento del sette anche il lancio della versione numero due di Apple Watch. Che dovrebbe avere sostanzialmente la stessa forma e design, però con display molto più sottile, batteria più capiente e utilizzare la versione altamente ottimizzata di watchOS che, già nella beta attualmente in mano agli sviluppatori sta permettendo di gestire molto meglio anche l’hardware della prima generazione degli orologi Apple.
Per quanto riguarda la possibilità di veder arrivare tre nuovi iPad (Mini, Pro 9,7 e Pro 12,9), invece, ci possiamo mettere il cuore in pace. È molto probabile infatti che non sia questo il momento per rilanciare la divisione tablet di Apple. Non ci aspettiamo che arrivino i nuovi iPad in questo evento, anche se ovviamente non lo possiamo escludere a priori. Ma sarebbe un sovraccarico eccessivo, visto anche quel che potrebbe bollire ancora nella pentola di Apple.
Si tratta dei computer portatili e fissi: alcuni modelli non vengono rinnovati da tre anni e l’ultimo aggiornamento è stato per il solo MacBook 12, che ha visto arrivare a primavera scorsa la versione numero due dell’ultraleggero (e ultra-costoso) di Apple. Potrebbe esserci ad esempio una nuova generazione di MacBook Pro con striscia OLED al posto dei tasti funzione, a cui potrebbe fare seguito un aggiornamento finale dei MacBook Air, che in molti ritengono essere a fine serie. Apple sta probabilmente aspettando da tempo i processori di Intel che tardano a venire, i Kaby Lake. Generazione di transizione, dato che Intel ha da poco sostituito il modello Tick-Tock con uno a tre fasi per rallentare l’agonia della legge di Moore. Tuttavia, i ritardi nella produzione dovuti a difficoltà tecnologiche nell’avvicinarsi alla minuscola barriera della dimensione degli elettroni, stanno creando problemi in tutta la filiera, e quindi anche ad Apple.
Ci potrebbe sempre essere la possibilità che Apple annunci i computer ma li commercializzi solo a ottobre/novembre (mentre gli iPhone saranno disponibili probabilmente alla fine di settembre), oppure che l’hardware iPad e Mac converga sul probabile evento di ottobre. Invece, niente televisori, niente automobile e niente mosse rivoluzionarie: non c’è nessuna “one more thing” in attesa di essere rivelata, sostengono gli osservatori. Una triste considerazione, come dicevamo all’inizio, che speriamo possa essere presto smentita.
Quel che è sicuro è che tutto l’impianto dell’evento, la sua ordinarietà e la sua straordinarietà, dipenderanno moltissimo da come Apple riuscirà a presentare il nuovo iPhone. Convincere la sterminata platea di chi ha comprato iPhone 6 che si tratta di un aggiornamento importante è la chiave del discorso. Jobs, uomo marketing per eccellenza, avrebbe probabilmente trovato la chiave basandosi su immaginifiche parabole. Cook, l’uomo della concretezza, dovrà fondare il tutto sui fatti.