Sono in corso vari contenziosi tra titolari di brevetti e produttori di dispositivi in merito allo sfruttamento dei brevetti. Per i cosiddetti brevetti essenziali (Standard Essential Patents, SEP) è prevista l’applicazione di condizioni di licenza eque, ragionevoli e non discriminatorie (Fair, Reasonable And Non-Discriminatory, FRAND).
Gli Essential Patents sono brevetti il cui sfruttamento è tecnicamente necessario per implementare particolari standard, dove è tecnicamente necessario il loro utilizzo per realizzare dispositivi (es. smartphone e tablet) che, per ragioni di interoperabilità, devono essere conformi a norme tecniche comuni, condivise.
La regola comunemente applicata prevede il pagamento di royalty non sull’uso della tecnologia ma in base al prezzo finito del dispositivo. I titolari dei brevetti ricevono una commissione per ogni apparecchio venduto. Questa posizione è quella preferita da chi è titolare di grandi portafogli brevettuali, come ad esempio Qualcomm o Ericsson nel campo della telefonia. È in pratica impossibile produrre un telefono senza corrispondere a queste aziende una parte dell’importo di vendita al pubblico.
Aziende come Apple o Mercedes Benz criticano la necessità di dover pagare una percentuale in base all’oggetto venduto. Mercedes ritiene ad esempio che per le sue auto dovrebbe pagare meno rispetto ad altri costruttori di auto molto più costose che sfruttano le stesse identiche tecnologie.
L’Unione europea sta preparando allo scopo delle linee guida su quanto i titolari dei brevetti devono ricevere per le loro tecnologie, una questione spinosa che vede contrapposte ad esempio aziende come Apple e Qualcomm. L’idea è stabilire delle norme base che permetteranno di mettere d’accordo aziende e titolari dei brevetti, ma allo steso favorire lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie. Trovare un equilibrio non sarà facile, ma si tratta di favorire lo sviluppo di aziende per le quali è spesso troppo oneroso investire nello sviluppo di reti alternative.